BONAMICI, Diomede
Nato a Livorno il 23 genn. 1823 da Carlo e da Carlotta Olivero, studiò medicina presso la università di Pisa e si perfezionò, più tardi, in pediatria a Parigi. Prese parte alla campagna del 1848, insieme al fratello Diottimo, ufficiale dei veliti, militando nella divisione lombarda; rientrato in Toscana, fondò, insieme a F. Uccelli, a L. Micciarelli e ai fratelli Ademollo, il giornale politico satirico La Vespa, il cui primo numero vide la luce il 14 ottobre del 1848.
Il periodico, trisettimanale, il cui titolo fu desunto molto probabilmente da quello del giornale parigino Les Guêpes del Karr, fu diretto da E. Paganelli, uomo di paglia del B.; questi, insieme con gli altri redattori, scriveva gli articoli al Caffè elvetico. Il periodico ebbe carattere liberale moderato, propugnò l'idea nazionale, la guerra contro lo straniero, la concordia e l'unione tra gli Italiani; aspra fu spesso la critica rivolta ai democratici. In particolare condusse una vivace campagna contro il Guerrazzi, negli articoli indicato come l'"Impellicciato", e contro Giuseppe Montanelli ("padre Angelico"). Per questo suo atteggiamento La Vespa ebbe a subire persecuzioni (le copie del terzo numero furono date alle fiamme nel Caffè della guardia nazionale di Prato) e contro il B. condusse una lotta accanita il giornale democratico Il Lampione. Il 12 dic. 1848 La Vespa pubblicò, all'insaputa del B., una satira contro i falsi volontari, che ebbe per conseguenza una nuova distruzione delle copie del giornale e l'espulsione dalla Toscana di G. Prati, a torto designato autore dell'articolo. Il 30 dicembre o, secondo il Martini, il 2 gennaio, la sede del giornale e la tipografia furono devastate da un gruppo di dimostranti. La Vespa sospese le pubblicazioni il 4 genn. 1849, le riprese il 18 maggio, cessandole definitivamente il 2 luglio durante l'occupazione austriaca.
Il B. si dedicò quindi all'esercizio della medicina, nel cui campo acquistò notevole fama; dapprima medico condotto a Montenero, esercitò poi la libera professione a Livorno occupandosi quasi esclusivamente di pediatria, per quanto nel 1854 gli fosse affidata la direzione del lazzaretto durante l'epidemia colerica, in considerazione della sua competenza anche nel campo dell'igiene e della profilassi.
Dopo l'annessione della Toscana al Regno d'Italia fece parte del Consiglio sanitario della provincia di Livorno e di quello sanitario scolastico. La medicina non lo distolse tuttavia dagli studi letterari e bibliografici, anzi il successo in campo professionale gli fornì i mezzi per la formazione di una ricchissima biblioteca, una parte della quale - formata da opere professionali - donò, più tardi, agli Spedali Riuniti di Livorno. Dopo aver raccolto una vasta bibliografia medica (1860), il B. si accinse, insieme ad A. Bartoli, a raccogliere una bibliografia generale italiana, ma questo lavoro fu interrotto dal trasferimento del Bartoli a Firenze. Il B. seguitò per proprio conto l'impresa e, incoraggiato da A. D'Ancona e da S. Bongi, pubblicòil Catalogo di opere biografiche e bibliografiche (Lucca 1893).
All'inedita bibliografia medica seguirono una sulle università italiane, pressocché completa; una areostatica, di cui fu pubblicato un saggio; una idrologica; una sul colera; una giornalistica, della quale ci sonorimaste solo poche note; una bibliografia municipale italiana, composta di ben ventimila schede; una mariana, donata poi alla biblioteca dei padri cappuccini; una femminile, che il B. lasciò appena iniziata; la Bibliografia delle cronistorie dei teatri d'Italia (Livorno 1896) - l'unica edita di questo gruppo -; una bibliografia degli scrittori toscani, che avrebbe dovuto completare l'opera del Moreni; e una bio-bibliografia italiana, di diciottomila schede, che costituisce una notevole fonte di informazione sulla vita e le opere degli scrittori italiani, divisi per province e per comuni. (Catalogo di opere biografiche e bibliografiche, Lucca 1893). Tutto il materiale raccolto fu acquistato dalla Biblioteca Nazionale di Firenze: comprende 3158 volumi e 2851 opuscoli.
Il B. fu sempre contrario a stampare i propri lavori e pubblicò solo alcuni antichi testi e opuscoli per nozze. La sua attività culturale si esplicò anche con la istituzione in Livorno di un comitato della Società per la storia del Risorgimento, nella collaborazione alla Miscellanea storica della Valdelsa e con la fondazione, insieme con F. Martini e P. Barbera, della Società bibliografica italiana.
Morì a Livorno il 7 dic. 1912.
Fonti e Bibl.: A. D'Ancona, D. B. (necrol.), in Il libro e la stampa, VI (1912), pp. 220 ss.; D. B. (necrol.), in Il Telegrafo, 7 dic. 1912; F. C. Pellegrini, I nostri morti: D. B., in Rass. bibl. della letter. ital., XXI (1913), pp. 79 s.; O. Bacci, D. B. (necrol.), in Miscell. stor. della Valdelsa, XXI (191A pp. 74 s.; Epist. editoe inedito di G. Giusti, a cura di F. Martini, III, Firenze 1932, p. 505; G. Rondoni, Per i vecchi giornali della patria, in Atti del congr. di scienze storiche,1903, II, Roma 1906, pp. 345-349; G. Stiavelli, A. Guadagnoli e la Toscana dei suoi tempi, Torino 1907, pp. 197-243; G. Sforza, I giornali fiorentini degli anni 1847-1848, V, Lo Stenterello e La Vespa, in Il Risorgimento italiano, I (1908), pp. 838-860; G. Rondoni, Due vecchi giornali del Risorgimento Nazionale(La Vespa e 10 Stenterello, 1848-1849), in Arch. st. ital., s. s, XLII (1908), pp. 326-351; G. Sforza, Il Prati in Toscana nel 1848, in Il Risorgimento italiano, III (1910), p. 841; La raccolta bibliografica di D. B., in Boll. delle pubblicazioni italiane, dicembre 1921, p. XLVIII; G. Andriani, Socialismo e comunismo in Toscana tra il 1846 e il 1849, Roma 1921, pp. 49 s., 54; G. Fumagalli, La Bibliografia, Roma 1923, pp. XXVII-XXVIII; G. Frati, Diz. bio-bibliogr. dei bibliotecari e bibliofili italiani..., Firenze 1934, p. 107; G. Corti, Giornali fiorentini del '48, in Il Mattino dell'Italia centrale (Firenze), 21 dic. 1948; F. Martini, Il Quarantotto in Toscana, Firenze 1948, pp. 167, 170-173, 177-183; B. Righini, I periodici fiorentini, II, Firenze 1955, p. 152.