DIOMEDE (Διομήδης, Diomēdes)
Mitico eroe greco, già in tempo molto antico penetrato nel culto. Originario della Tracia, emigrò di qui attraverso tutta la penisola greca, e poi, con i coloni, fino ai limiti del mondo ellenico d'oriente e d'occidente (specialmente in Italia e a Cipro), lasciando un po' dovunque il suo culto o tracce di esso. L'identità del D. greco con il D. tracio è attestata specialmente dai riti primitivi, conservatisi ancora in età storica, specialmente alla periferia del mondo greco (sacrifici umani a Cipro del pari che in Tracia), e da certe peculiarità del culto (il cavallo, animale a lui sacro in Italia del pari che in Tracia). Ma la figura dell'eroe, passando nei cicli epici della Grecia, n'è rimasta sostanzialmente modificata; sicché, mentre il D. tracio è fatto nel mito re dei Bistoni, figlio di Ares e di Cirene, ucciso poi da Eracle, nel ciclo epico D. è invece figlio di Tideo, il quale emigra dall'Etolia ad Argo, e là, da Deipile, figlia di Adrasto, genera l'eroe. Così D. è, nell'epica, l'eroe etolo-argivo; perché, non meno della sua localizzazione in Argo, rimasero vivi ed efficaci, nella tradizione mitica e nel culto, i suoi rapporti con l'Etolia.
Le sue imprese si raggruppano in tre cicli principali:1. la partecipazione alla presa di Tebe; 2. la partecipazione all'impresa di Troia; 3. le disavventure avvenute al suo ritorno in Argo e la sua emigrazione, di là, in Libia, Iberia e Italia. All'Etolia lo ricollega la partecipazione alla guerra contro Tebe; di là ritornando l'eroe si dirigeva infatti insieme con Alcmeone in Etolia, per punirvi nemici dell'avo Oineo (com'era narrato nei poemi Epigoni e Alcmeonide), quando fu richiamato da Agamennone per partecipare all'impresa di Troia. Nell'Iliade D. campeggia come l'eroe di Argo e primeggia a lato di Achille, ma sempre separatamente da lui (specie nei libri V, VI, VIII, XI); la serie delle sue imprese, nelle quali spesso è posto a fianco di Ulisse, si continua negli altri poemi ciclici.
Dopo la morte di Adrasto, D. aveva ottenuto la signoria di Argo, sotto il supremo dominio di Agamennone, risiedente in Micene: è naturale quindi che l'Argolide sia rimasta il principale centro del suo culto; il quale risulta, peraltro, molto legato con quello di Atena, la costante protettrice dell'eroe così nelle imprese precedenti come in quelle susseguenti al suo ritorno.
Ritornato infatti D. ad Argo dopo la presa di Troia, recando seco come zavorra le pietre delle mura troiane, fu insidiato dalla moglie Egialia, dalla cui perfidia lo salvò Atena: costretto pertanto ad abbandonare la patria, emigrò in occidente; e la localizzazione dell'eroe nelle isole del mare Ionio e sulla costa apula si riflette in due saghe, ricollegantisi rispettivamente alla doppia patria - argiva ed etolica - di D. Ambedue i miti sono esposti in modo confuso nel poemetto Alexandra di Licofrone, che attinge qui a Timeo.
Il culto di D. era localizzato, in età storica, in varie città della Magna Grecia: a Turi, a Metaponto, a Taranto, oltre che a Canusio, a Siponto, a Brindisi, fra i Peucezî, gli Umbri e i Veneti.
Nell'arte. - L'arte figurata non creò mai un tipo fisso di questo eroe. Nel museo di Monaco si conserva una statua (copia da un originale di Cresila) rappresentante Diomede col Palladio (A. Furtwängler, Maisterwerke, p. 146 segg.); la figura dell'eroe forma anche il tipo delle monete di Argo del secolo IV a. C. e dell'età imperiale. La scena del ratto del Palladio che manca sui vasi e sulle opere d'arte antica si trova più tardi rappresentata assai frequentemente.
Bibl.: Sybel, s.v. Diomedes, in Roscher, Lexikon d. griech. und. röm. Mythologie, I, coll. 1022-27; E. Bethe, s.v. Diomedes, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, coll. 815-826. Per Diomede in Italia, G. Giannelli, Culti e Miti della Magna Grecia, Firenze 1924, p. 52 segg.; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, 2ª ed., Città di Castello 1928, I, p. 385 segg.