BARṢALIBHT, Dionisio
Il più fecondo scrittore siriaco giacobita del sec. XII. Il suo vero nome è Giacomo, che egli cambiò in quello di Dionisio quando divenne vescovo. Nacque a Malaṭyah sull'Eufrate superiore. Nell'anno 1154 fu consacrato da parte del patriarca Michele I alla sede metropolitana di Amidh (Amida) in Mesopotamia. Morì nel 1171.
Egli fu un provetto teologo e un buon compilatore; mancò del tutto d'originalità, qualità rarissima presso gli scrittori siri, ma i suoi scritti dimostrano una certa facilità e chiarezza di stile, ciò che comprova aver egli ben conosciuto le materie trattate.
Scrisse lunghi commenti ai libri dell'Antico e del Nuovo Testamento, per la compilazione dei quali si valse tanto degli scrittori siri quanto di quelli greci: Efrem, Crisostomo, Cirillo d'Alessandria, Mosè bar Kēphā e Giovanni di Dārā.
Compose anche lunghi trattati contro gli eretici e i miscredenti; polemizzò contro gli ebrei e i musulmani. Abbiamo di lui ancora trattati di argomento liturgico, epistole e omelie, e un commento alla logica aristotelica, il quale tratta dell'Introduzione di Porfirio e dell'Organo di Aristotele.
Bibl.: A. Baumstark, Gesch. der syrischen Lit., Bonn 1922, pp. 295-298; R. Duval, Littérature syriaque, 3ª ed., Parigi 1907, indice.