Grammatico alessandrino di origine tracia (seconda metà del 2º sec. a. C.); fu scolaro di Aristarco, maestro a Rodi (fra i suoi discepoli fu Tirannione), e anche pittore e incisore. Si occupò di esegesi omerica; è soprattutto famosa la sua Arte grammatica, la prima esposizione sistematica dell'organamento della lingua greca che ci sia giunta. Del testo si è sospettato che in nostro possesso sia solo un excerptum dell'originale, risalente a età imperiale romana; esso è comunque rimasto il fondamento di ogni costruzione grammaticale posteriore. L'operetta, dalla linea rapida e breve (si passa dagli elementi primi del linguaggio ai più alti, fino a culminare nelle parti del discorso), rielabora elementi stoici insieme con elementi alessandrini: di qui la definizione della grammatica come filologia applicata e la sua suddivisione in sei parti: 1) lettura con retta pronunzia; 2) l'esegesi dei testi nelle immagini poetiche e 3) nelle parole e nelle cose; 4) l'etimologia; 5) l'analogia; 6) la critica.