Dionisio
Gl'interpreti sono propensi a identificare il Dionisio posto tra i tiranni del primo girone del VII cerchio dell'Inferno (XII 107-108 Dionisio fero / che fé Cicilia aver dolorosi anni) con Dionisio I il Vecchio che fu tiranno di Siracusa dal 405 al 367 a.C.
Uomo ambizioso e senza scrupoli, riuscì a instaurare a Siracusa la prima tirannide, abbattendo il governo democratico cui fu avverso fino alla morte, e usò ogni mezzo lecito e illecito per attuare il suo programma di unificazione dei Greci d'occidente, in nome di quella libertà della quale il suo tipo di governo era una palese smentita. Sostenne campagne vittoriose contro i Cartaginesi, gl'Italici, gli Etruschi; sottomise al dominio di Siracusa, da lui trasformata nella più solida piazzaforte del Mediterraneo, buona parte della Sicilia, spargendo in ogni zona dell'isola colonie militari.
La crudeltà di Dionisio fu proverbiale nell'antichità. La fonte principale cui è presumibile attingesse D. per la delineazione del personaggio è Cicerone, che in più parti della sua opera accenna alla lunga durata del governo di Dionisio e lo presenta come tipico esempio di tiranno crudele che le efferatezze compiute avevano reso sospettoso di tutto e di tutti (cfr. Nat. deor. III XXXIII 81, Off. II VII 25, Tusc. V XX 58-59, XXI 62).
A partire dal Boccaccio, alcuni commentatori accennano alla possibilità che D. riferisca la sua condanna a Dionisio Il Giovane, e non al padre; ma l'opinione comune, anche di chi accenna ad ambedue i Dionisi, è che D. intenda parlare proprio di Dionisio il Vecchio.
Bibl. - A. Dorelli, L'Alessandro ed il Dionisio del c. XII d'Inferno, in " Giorn. d. " IV (1895) 68; U. Bosco, Il tiranno Alessandro, in D. vicino, Caltanissetta-Roma 1966, 369-377.