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DIOSCURIDE o Dioscoride, Pedanio

di Vittorio De Falco - Enciclopedia Italiana (1931)
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DIOSCURIDE o Dioscoride, Pedanio (Πεδάνιος Διοσκουρίδης)

Vittorio De Falco

Famoso medico nato ad Anazarba presso Tarso, in Cilicia, contemporaneo di Plinio il Vecchio (sec. I d. C.), come si ricava da diversi indizî. Ci è giunta intera la sua opera fondamentale Sulla materia medica (Μερὶ ὕλης ἰατρικῆς), in 5 libri, in cui sono raccolte tutte le nozioni farmacologiche del tempo, che ebbe grande importanza nella farmacologia e nella farmacognosia ed esercitò per quattordici secoli grande influenza nel campo farmaceutico e medico. D. tratta di tutti i medicinali tolti dai tre regni della natura e di non meno di 600 piante. Allontanandosi dai suoi predecessori che avevano scelto l'ordine alfabetico o di contrassegni esteriori, procede a una nuova, più razionale classificazione: e pertanto nel libro I tratta delle spezie, degli olî, degli unguenti e degli alberi; nel libro II degli animali, del miele, del latte, del grasso, delle varie specie di biada, di legumi e di ortaggi; nei libri III e IV delle erbe e delle radici; nel libro V dei vini, delle bevande e dei minerali. Inoltre, riunisce i varî farmachi secondo il loro uso medicinale, raggruppando insieme quelli astringenti, lassativi, diuretici, ecc. Le descrizioni delle piante non sono chiare né precise, perché si fondano essenzialmente su attributi esteriori e accidentali (colore, grandezza, ecc.); così che di esse oggi possono venir identificate solo un centinaio. Invece, le descrizioni dei farmachi sono, in generale, esatte e dimostrano egregia facoltà di osservazione; troviamo anche descritti rimedî non mai menzionati dai trattatisti anteriori. Di quasi tutti viene anche indicata la preparazione. Non si può stabilire con precisione quanto D. debba alle sue fonti, specialmente a Crateuas. Egli dichiara di aver viaggiato molto (forse al seguito di eserciti romani), appunto per raccogliere i materiali necessarî alla sua opera.

Fozio ritiene 6° libro di essa uno scritto sui veleni e contravveleni, e 7° libro un trattato sugli animali velenosi e i rimedî contro le loro morsicature (Περὶ δηλητηρίων ϕαρμάκων e Περὶ ἰοβόλων). Ambedue questi libri, composti da un medesimo autore, sono certo spurî, forse di un altro D., posteriore al nostro.

Un'altra opera, Περὶ ἁπλῶν ϕαρμάκων, in 2 libri, che alcuni credono composta solo nel sec. III-IV, è molto probabilmente autentica. Da D. e da Stefano è tratto il lessico Περὶ ϕαρμάκων ἐμπειρίας. Sicuramente spurio è il trattato De herbis femininis, attribuito a D.

D. stesso avverte il lettore di badare più al contenuto che all'espressione; e invero il suo stile, pur non privo di chiarezza e concisione, è tuttavia arido, freddo, pesante.

La grandissima diffusione dell'opera di materia medica ha fatto sì che essa ci rimanesse in molti manoscritti, di cui un Napoletano e un Costantinopolitano sono i più famosi perché adorni di magnifiche miniature e figure. Il Costant. presenta anche un'immagine di D.

Il 2° libro del Canone della medicina di Avicenna si fonda specialmente sull'opera di D., della quale si vale anche Benedetto Crespi, arcivescovo di Milano (sec. VIII), nel comporre il suo Commentarium medicinale. Cassiodoro raccomanda di leggere D.; Ermolao Barbaro (sec. XV) scrive un corollario sopra D.; P.A. Mattioli, insigne medico senese (1501-1577), ne traduce l'opera corredandola di ampî commenti.

L'edizione completa è stata curata dal Wellmann in 3 voll. (Corpus Medic. Graec., Berlino 1906-14). Incunabulo rarissimo è l'edizione di Aldo Manuzio (1499). La traduzione del Mattioli apparve nel 1544.

Bibl.: Fondamentali sono i lavori del Wellmann, in Hermes, XXIV (1889), p. 530 segg.; XXXIII (1898), p. 360 segg.; XLIII (1908), p. 388 segg.; Abhandl. d. Gött. Ges., phil.-hist. Kl., n. s., II (1897); Die Schrift d. D. π. ἁπλ. ϕαρμ, Berlino 1914, e l'art. in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V, col. 1131 segg. Si veda anche: H. F. Kästner, Kritisches u. Exegetisches zu Ps. D. de herbis fem., Ratisbona 1896; Hermes, XXXI (1896), p. 578 segg.; XXXII (1897), p. 160; R. Mock, Pflanziche Arzneimittel bei D., die schon im Corpus Hippocraticum vorkommen, Tubinga 1919; G. M. Piccinini, in Rivista di storia critica delle scienze mediche e natur., XI (1920), pp. 68 segg., 101 segg.; A. Castiglioni, Storia d. Medicina, Milano 1927, p. 225 segg.; J. Fischer, Die Gynäkologie bei D. u. Plinius, Vienna 1927.

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Vocabolario
pedana
pedana s. f. [lat. pop. *pedana, der. di pes pedis «piede»]. – 1. a. Elemento, generalm. di legno, che si tiene sotto i piedi o su cui si appoggiano i piedi o che, più genericam., funge da supporto a qualcosa (per es., il basso sgabello...
o, O
o, O ‹ò› s. f. o m. (radd. sint.). – Quattordicesima lettera dell’alfabeto latino, la cui forma deriva dal segno usato dai Greci per indicare in origine la vocale o, breve o lunga, prima che si differenziassero nella scrittura (dal sec....
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