DIOTIMA (Διοτίμα)
Sarcerdotessa di Apollo e profetessa nativa di Mantinea vissuta nella seconda metà del V sec. a. C. ed a noi nota da un passo del Convito di Platone. D. può essere forse identificata in un rilievo rappresentante una sacerdotessa, conservato nel Museo Nazionale di Atene. La scultura, databile alla seconda metà del V sec. a. C., è ridotta in frammenti; mancano infatti la testa, parte del braccio destro e quasi tutto l'albero (una palma) che doveva concludere a sinistra la scena. D. è ritratta di tre quarti in atto di avanzare verso sinistra. Nella mano sinistra tiene, probabilmente, il fegato divinatorio. La identificazione con D. è suggerita dalla identità cronologica e dalla notorietà che la sacerdotessaprofetessa effigiata in un monumento di cosi attenta e raffinata eleganza doveva avere.
Taluni studiosi hanno poi identificato con D. la donna che si intrattiene con Socrate in un rilievo bronzeo del Museo Nazionale di Napoli, interpretando l'oggetto che la donna tiene in mano come una benda sacerdotale. Tale rilievo rappresenta però, più probabilmente, Socrate e Aspasia (v. aspasia).
Bibl.: H. Fuhrmann, Gespräche über Liebe und Ehe auf Bildern des Altertums, in Röm. Mitt., LV, 1940, p. 86 ss.; K. Schefold, Die Bildnisse der antiken Dichter, Redner und Denker, Basilea 1943, pp. 66, 2; 163, 2.