dipoi
Avverbio di tempo, " successivamente ", " quindi ", attestato in Vn XXII 6, a conclusione di una narrazione (cfr. XXII 3 ss.): molte donne s'adunaro colà dove questa Beatrice piangea pietosamente... Allora trapassaro queste donne... donne anche passaro presso di me... Appresso costoro passaro altre donne, che veniano dicendo... Altre dipoi diceano di me: " Vedi questi che non pare esso, tal è divenuto! "; e in Cv I I 17, con funzione attributiva (" successivo ", " che viene dopo "), in contrasto semantico con una funzione analoga di ‛ dinanzi ' (v.); certi costumi sono idonei e laudabili ad una etade che sono sconci e biasimevoli ad altra... E io in quella dinanzi [" precedente "], a l'entrata de la mia gioventute parlai, e in questa dipoi, quella già trapassata (per la diffusione di ‛ dipo ' (ossitono, come rivelano le condizioni fonosintattiche riflesse da talune grafie) nel fiorentino, senese, e toscano occidentale antichi, cfr. A. Castellani, Nuovi Testi 128-131).