dirittamente (drittamente)
L'avverbio assume tre sfumature diverse di significato.
In Pg XVI 49 Per montar sù dirittamente vai, in Pd XXIV 67 Dirittamente senti, / se bene intendi, e in Cv II VII 4 Dirittamente dico, equivale a " senza sbagliare ", " esattamente ", " propriamente ".
In tutti gli altri passi del Convivio in cui appare, d. vale invece " direttamente ", nel senso opposto di ‛ obliquamente '. Cfr. I V 4 Quella cosa... che più dirittamente a buon fine la [umana operazione] mena, si è l'abito di quelle disposizioni che sono ordinate a lo inteso fine; e così in IV VI 8 ma[lag]evole fu molto a scernere quello [appetito] dove dirittamente ogni umano appetito si riposasse, e III V 13, dove si afferma che 'l cielo del sole si rivolge da occidente in oriente, non dirittamente contra lo movimento diurno... ma tortamente contra quello, cioè " non direttamente ma obliquamente, lungo... l'ellittica " (Busnelli-Vandelli); infine IV V 8 la nave de l'umana compagnia dirittamente per dolce cammino a debito porto correa.
In Pd XV 2 l'amor che drittamente spira, l'avverbio, in relazione semantica con ‛ retto ', vale " rettamente ": l'amore che è rivolto al vero bene, non ai falsi beni mondani.
Lo stesso significato è presente in Pd XVII 105 come colui che brama, / dubitando, consiglio da persona / che vede e vuol dirittamente e ama, dove però sorge il problema se l'avverbio sia da riferirsi a uno solo dei tre verbi, a tutti e tre, o a due di essi. Il Buti, unico, è dell'opinione che il determinativo vada col verbo ‛ amare ' (" dirittamente et ama, cioè ‛ et ama ' dirittamente l'addimandatore "), il Lombardi preferisce interpretarlo come riferito a tutti e tre i verbi: " Costruzione: ... persona che dirittamente vede, e vuole, ed ama "; più di recente, si è pensato che d. specificasse solo il verbo ‛ volere ' (Tommaseo, Andreoli, Torraca, Porena), mentre gli ultimi commentatori propendono per l'opinione di Casini - Barbi, secondo la quale l'avverbio è riferito ai primi due verbi; l'intero passo andrà perciò spiegato: " Chi ha un dubbio, desidera essere edotto da una persona che veda la verità, voglia il bene, e abbia una disposizione affettuosa nei confronti di chi gli chiede consiglio " (cfr. Momigliano, Sapegno, Mattalia, Fallani).