diritti civili, movimento per i
Mobilitazione di afroamericani e bianchi progressisti per l’abrogazione della segregazione razziale nel Sud degli Stati Uniti. Preceduto da alcune iniziative sporadiche e prive di adesioni di massa negli anni Trenta del sec. 20° e durante la Seconda guerra mondiale, il movimento fu incoraggiato dalla sentenza della Corte suprema federale Brown v. board of education of Topeca che sancì l’integrazione delle scuole pubbliche nel 1954. A partire dal boicottaggio dei trasporti segregati a Montgomery, Alabama, del 1955-56, trovò un leader carismatico in Martin Luther King, un pastore battista che applicò le tecniche dell’azione diretta non violenta e della alle campagne della popolazione di colore, conferendo ulteriore forza alla lotta dei neri. Nel 1963 una marcia di 40 giorni, pur con gli arresti di circa 2500 persone di colore, ottenne un grande successo nella manifestazione conclusiva a Washington. Ne seguì l’approvazione del Civil rights act del 1964, che proibì la segregazione nei luoghi pubblici e la discriminazione nelle assunzioni. Il movimento peraltro aveva varie anime. Altre sue componenti rilevanti furono i Black muslims, da cui nel 1964 si separò Malcolm X, per fondare la Organization for afro-american unity, e il movimento del Black power, la cui organizzazione principale fu il Black panther party fondato da H.P. Newton e B. Seale, che ebbe tra i suoi leader Angela Davis. Nonostante gli arresti, le condanne e gli omicidi di M.L. King e di Malcolm X, il movimento per i d.c. ha ottenuto rilevanti risultati, ispirando mobilitazioni di altre minoranze come le nazioni indiane, gli ispanici e gli omosessuali. Le lotte contro il razzismo, per l’ampliamento dei diritti di cittadinanza e per il riconoscimento delle diversità sessuali costituiscono i campi in cui i nuovi movimenti per i d.c. sono maggiormente attivi in molte zone del mondo.