disattenzione razionale, teoria della
Teoria secondo la quale un agente economico, la cui attenzione verso le informazioni disponibili è limitata, trovandosi ad affrontare varie decisioni economiche, deve necessariamente scegliere quali considerare e quali scartare.
La teoria della d. razionale ha avuto un certo sviluppo nel primo decennio degli anni 2000, anche grazie al fatto che consente di spiegare alcune importanti caratteristiche dell’economia, quali la rigidità dei prezzi. Le idee in essa contenute sono state inizialmente formulate a seguito di alcuni articoli di C. Sims (1998 e 2003), in cui l’autore definisce l’attenzione come un flusso informativo e la d. come un limite alle informazioni. Un aspetto cruciale dei modelli matematici sottostanti le suddette teorie è la quantificazione dei flussi informativi. L’incertezza, misurata tramite indici di entropia e presente in tutte le decisioni economiche, si riduce alla presenza di alti flussi informativi. Questi possono essere quantificati in un modo indiretto, misurando l’incertezza presente nelle decisioni economiche.
Le prime applicazioni delle teorie della d. r. hanno riguardato i modelli di determinazione del prezzo da parte delle imprese, chiamate a fronteggiare incertezze di tipo aggregato e idiosincratico quando devono decidere se e come cambiare il prezzo. Esse devono stabilire quanta attenzione dedicare all’osservazione dei segnali per ridurre l’incertezza sottostante ma, consapevoli che dedicare a essi maggiore attenzione comporta certi costi, devono decidere sulla quantità ottimale di attenzione da devolvere. Questo tipo di modelli economici ha potuto spiegare perché i prezzi determinati dalle imprese si aggiustino lentamente rispetto ai cambiamenti aggregati. Le idee sottostanti le teorie della d. r. sono state utilizzate anche per formalizzare una serie di altri problemi economici, quali le scelte di portafoglio, le decisioni di risparmio e consumo e la determinazione dei salari.