discepolo
È usato quattro volte nel Convivio e una nel Fiore, sempre in riferimento più o meno diretto a passi della Bibbia.
In Cv IV VII 13 indica chi professa una dottrina e si fa continuatore e divulgatore dell'opera del suo maestro: Colui è morto che non si fè discepolo, che non segue lo maestro; l'affermazione è introdotta a chiarimento e interpretazione di un versetto (5, 23) dei Proverbi di Salomone: " ipse morietur, quia non habuit disciplinam, / et in multitudine stultitiae suae decipietur ".
In tutti gli altri casi, in piena concordanza con il testo evangelico, designa i più fedeli e assidui seguaci di Cristo: il Salvatore dice... a li suoi discepoli: " La pace mia do a voi, la pace mia lascio a voi ", dando e lasciando a loro la sua dottrina (Cv II XIV 19); e così pure in IV XXII 14 e 16, e in Fiore CXII 2.
Anche nelle opere latine discipulus è usato sempre solo a proposito dei d. di Cristo; così in Mn I IV 4 decebat... summum Salvatorem summam salutationem exprimere: quem quidem morem servare voluerunt discipuli eius; analogamente in Mn III III 13 e 15, IX 3, 4, 6, 10 (due volte), 12, 13 e 16, XIII 5, XV 9, Ep XIII 80.
Quando invece non occorra far riferimento alle Sacre Scritture, come sinonimo di " allievo ", " scolaro ", sia nel Convivio sia nella Commedia D. usa solo il latinismo ‛ discente ' (v.).