discolpare
È attestato solo in Pg XXV 33, nel significato di " scusare ", " giustificare ": " Se la veduta etterna li dislego ", / rispuose Stazio, " là dove tu sie, / discolpi me non potert'io far nego "; il valore di d. si precisa nel contesto di cortesia e reverenza dell'esordio di Stazio: il discorso, infatti, sulla generazione dell'uomo e sugli attributi dell'anima dopo la morte si addiceva a lui cristiano, più che a Virgilio, che aveva già rivelato i propri limiti nella sua non esauriente risposta (vv. 22-27). V. anche SCOLPARE.