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disfavillare

Enciclopedia Dantesca (1970)
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disfavillare


Ha lo stesso significato e le stesse caratteristiche di ‛ sfavillare ' (v.), cui è accostato, detto del ferro nel senso proprio di " mandar faville ", " risplendere ", in Pd XXVIII 89 non altrimenti ferro disfavilla / che bolle, come i cerchi sfavillaro. In senso proprio si può intendere anche in Pd XXVII 54 io sovente arrosso e disfavillo, considerando che si tratta di parole pronunciate - nella violenta invettiva contro i papi degeneri - da s. Pietro, che a D. appare come un lume: " gitto raggi ", chiosa il Buti; ma l'Andreoli e il Tommaseo, sulle orme dell'Ottimo, sembrano propendere per il valore figurato, attribuendo lo ‛ sfavillare ' all'ira; e così molti dei commentatori moderni. Comunque, il verbo " prende lume dall'arrossare che precede " (Poletto, Dizionario).

In senso figurato in Pg XV 99 la villa / ... onde ogne scïenza disfavilla: in questo caso l'uso del prefisso sembra voler aggiungere al verbo una precisazione di significato: " emanare, splender da lungi " (Blanc); dunque la città di Atene, da cui si diffonde una luce di cultura e di arte in tutto il mondo. In questo luogo le rime sono le stesse di If XXIII 95-99.

Vocabolario
disfavillare
disfavillare v. intr. [der. di favilla, col pref. dis-1] (aus. avere), letter. – Sfavillare: Non altrimenti ferro disfavilla Che bolle, come i cerchi sfavillaro (Dante); anche fig.: Ond’io sovente arrosso e disfavillo (Dante), perché acceso...
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