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disgiungere

di Federigo Tollemache - Enciclopedia Dantesca (1970)
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disgiungere

Federigo Tollemache

È vocabolo di media frequenza, attestato nella lingua due-trecentesca, che compare soltanto nel Convivio e nella Commedia, sempre sotto forma di participio passato.

In senso proprio significa " staccare ", " separare ": lo strazio disonesto / c'ha le mie fronde sì da me disgiunte (lf XIII 141); in Cv III III 4 ricorre con valore aggettivale: Le piante... hanno amore a certo luogo più manifestamente... le quali se si transmutano, o muoiono del tutto o vivono quasi triste, sì . come cose disgiunte dal loro amico; così anche al § 13 chi guarda col viso con[tra] una retta linea, prima vede le cose prossime chiaramente; poi, procedendo, meno le vede chiare; poi, più oltre, dubita; poi, massimamente oltre procedendo, lo viso disgiunto nulla vede; e in Pg IX 51 vedi l'entrata là 've [il balzo] par disgiunto (propriamente " interrotto " da una spaccatura).

Anche in senso figurato il participio conserva un valore prevalentemente aggettivale: Cv IV XI 1 Resta omai solamente a provare come le divizie sono vili, e come disgiunte sono e lontane da nobilitade; X 7 e 8. Analogamente in Pg VI 42 'l priego da Dio era disgiunto; XXV 64 [Averroè] per sua dottrina fé disgiunto / da l'anima il possibile intelletto.

Vocabolario
disgiùngere
disgiungere disgiùngere (ant. disgiùgnere) v. tr. [dal lat. disiungĕre, comp. di dis-1 e iungĕre «unire»] (io disgiungo, tu disgiungi, ecc.; coniug. come giungere). – Separare ciò che era congiunto: d. i membri della famiglia; d. le mani;...
disgiungiménto
disgiungimento disgiungiménto s. m. [der. di disgiungere], ant. – Atto, effetto del disgiungere o del disgiungersi; separazione.
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