disintermediazione
Fenomeno di riduzione dei flussi intermediati (➔ intermediazione) su vari settori e in varie epoche da operatori vari, più in particolare di flussi finanziari intermediati dal sistema bancario, in atto su tutti i mercati mondiali a partire dai primi anni 1980. Per l’Italia il processo ha avuto un impatto particolarmente esteso a causa dell’alto grado di intermediazione che aveva contraddistinto il periodo precedente, caratterizzato dall’applicazione della legge bancaria del 1936.
La d. è derivata dalla comparsa e dallo sviluppo di forme di risparmio (azioni, fondi comuni, titoli atipici, gestioni fiduciarie, assicurazioni vita e, in modo particolare, titoli di Stato) alternative alle tradizionali passività bancarie e al conseguente drenaggio di fondi dal sistema creditizio. In termini quantitativi, l’incidenza degli strumenti di origine bancaria sul totale delle attività finanziarie delle famiglie è scesa dal 50% della metà degli anni 1970 al 31,4% nel 2010.
Dal lato degli impieghi, il processo di d. si ricollega, da una parte, alla crescita del ricorso diretto al mercato dei capitali da parte delle imprese, dall’altra allo sviluppo del comparto dell’intermediazione finanziaria non bancaria, con attività come il leasing (➔), il factoring (➔), il credito al consumo (➔ credito), le merchant bank (➔ banca d’affari). La raccolta diretta di fondi, tuttavia, pur facilitata da fattori, quali l’evoluzione dell’attività dei mercati finanziari e degli investitori istituzionali, è una soluzione non accessibile a tutte le imprese, poiché in genere subordinata al possesso di determinati requisiti, sia dell’emittente sia dei titoli. Per tali motivi, la riduzione dell’esposizione del mondo industriale nei confronti del sistema bancario risulta circoscritta alle imprese maggiori, mentre nel settore delle piccole e medie imprese l’intermediazione bancaria continua a svolgere una funzione primaria. Tale tendenza, inoltre, sembra incontrare un limite inferiore dipendente dalla non perfetta fungibilità tra prestiti bancari ed emissioni obbligazionarie e azionarie. ● Il fenomeno della d. dei circuiti bancari ha innescato nelle banche un profondo ripensamento della natura delle proprie attività e, conseguentemente, delle proprie strutture organizzative, oltre che un arricchimento qualitativo di capacità e risorse professionali. Ne è scaturito l’affiancamento alle tradizionali attività di banca commerciale di un mix di servizi a elevato valore aggiunto, aventi contenuto consulenziale e innovativo (servizi relativi alla sottoscrizione, al collocamento e alla negoziazione di titoli per conto della clientela ecc., meglio noti come servizi di investment banking; ➔ banca d’affari).