dislegare [disleghe, in rima, II singol. pres. cong.]
Ha il valore di " sciogliere ", " snodare ", in senso metaforico, in Pg XXV 31 Se la veduta etterna li [a D.] dislego, cioè " spiego " (il valore semantico di quest'ultima parola è identico a dislego) quel che si propone e fa la Provvidenza divina; in Pd XXXIII 31 perché tu ogne nube li disleghi / di sua mortalità, gli " sciolga " la nube che lo circonda, come uomo, impedendogli ancora di essere del tutto pronto a contemplare la maestà divina; e in Pg XXXIII 120 come fa chi da colpa si dislega, " quasi si scioglie e difende della colpa " (Landino). Dal senso di " sciogliere ", nel suo uso metaforico, si passa poi a quello di " togliere ", " sottrarre qualcuno a qualche cosa ", presente in Pd XXIV 30 per lo tuo ardente affetto / da quella bella spera mi disleghe, in cui s. Pietro, rivolto a Beatrice, le fa notare che così grande è la carità che ella gli dimostra nella sua preghiera, che egli si sente forzato a uscire dalla corona di anime in cui si trova a danzare. In quest'ultimo caso l'uso del verbo è quindi pregnante: Beatrice slega il nodo che tiene unito in beato ritmo di danza s. Pietro alle altre anime, isolandolo e pregandolo di parlare.