disonoranza (disnoranza)
Usato due volte nel Convivio, e sempre in connessione col concetto di " vergogna ", cioè tema di disnoranza (IV XIX 8); la verecondia, una delle passioni particolari che formano la vergogna, è una paura di disonoranza per fallo commesso (XXV 10). La definizione che D. fa sua risale all'Etica di Aristotele (IV 15) e sembra comune alla cultura del tempo; la d. dantesca corrisponde a ingloriatio o vituperium o dehonoratio delle fonti (cfr. le note ad l. di Busnelli-Vandelli). Il concetto base si può così sintetizzare con s. Tommaso (Sum. theol. II II 144 2 c): " vituperium proprie debetur vitio, sicut honor virtuti ").