disparire [dispario, pass. rem. III singol.]
Significa " non esser più visibile " per l'interporsi di un ostacolo: così accade per Ciampolo quando s'immerge nella pece, in If XXII 136 come 'l barattier fu disparito, e per il Guinizzelli quando entra nel fuoco della settima cornice, in Pg XXVI 134 disparve per lo foco, come per l'acqua il pesce andando al fondo. Concorre, in rapporto con ‛ parere ' , a significare un gioco di parvenze vere e false, in Pd XXX 93 Poi, come gente stata sotto larve, / che pare altro che prima, se si sveste / la sembianza non süa in che disparve..., dove si può spiegare come " perdere " o " nascondere il proprio aspetto ", o, come suggerisce lo Scartazzini, " parere altro ".
In rapporto a visioni, dell'immaginazione o del sogno, significa " svanire ", " dileguare ": ciò che pareva prima, dispario (Pg XV 93), dove la correlazione con ‛ parere ' serve ad accentuare la repentinità e quindi la misteriosità soprannaturale del concludersi della visione; Vn IX 7 E dette queste parole, disparve questa mia imaginazione; XII 9; IX 12 14 elli disparve, e non m'accorsi come, dove la metafora propone un incontro reale (trovai Amore in mezzo de la via, v. 3), ma il valore di d. rimane il medesimo, e anzi equilibra il gioco tra il realismo metaforico e il motivo stilnovistico della visione; il successivo commento al § 13 ne la terza [parte] dico com 'elli mi disparve, a quel gioco si adegua con la costruzione col terzo caso.