dispensa
Nel senso originario di " elargizione ", si trova attestato in Fiore CLIV 12 Ma ch'ella pensi a chieder sua dispensa, dove vale propriamente, come annota il Parodi nel glossario, " provvigione ", " mezzi per vivere ". In Detto 315 e 316 e farà gran dispensa / in sale ed in dispensa, al primo verso vale " spesa " (cfr. Libro di Renieri Fini §§ 60, 64, 67, 68: in Castellani, Nuovi Testi 686-687), al secondo è " la stanza dove si conservano prodotti commestibili ": ma, come gli altri luoghi della casa indicati, ‛ sale ', ‛ guardarobe ', ‛ cella ' (" cantina "), il contenente sta a significare il contenuto. Acquista un senso figurato in Pd V 39 'l cibo rigido c'hai preso, / richiede ancora aiuto a tua dispensa, dove vale " digestione ", in quanto questa distribuisce il nutrimento alle membra (secondo il Momigliano " la metafora dei vv. 37-39 è protratta un po' baroccamente " per effetto della rima). In Pg XXVII 72 pria che... / notte avesse tutte sue dispense, il concetto generale della proposizione s'intuisce (" prima che la notte fosse dappertutto "), ma il significato di d. può essere quello di " parte assegnata ", cioè tutti i luoghi che devono essere coperti dalle tenebre, o quello di " esenzione " (" dispensationes ", Benvenuto): " prima che la notte fosse tutta libera; ovvero: prima che alla notte fosse data ogni licenza di fare a suo beneplacito ", Torraca. si ricordi anche il Pietrobono: " prima che la notte avesse in cielo tutto ciò che nel giorno tien chiuso nelle sue dispense: prima che la notte aprisse tutte le stelle ".