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dispietato

Enciclopedia Dantesca (1970)
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dispietato


Attributo a bassa frequenza, usato soprattutto nella poesia (2 volte nelle rime per la cosiddetta donna Pietra) e una sola volta nella prosa del Convivio. Come ‛ spietato ' (v.), vale fondamentalmente " crudele ": Rime L 1 La dispietata mente (" la crudele memoria "); CII 36 la dispietata luce, " la crudele immagine " (Barbi-Pernicone).

In Cv III IX 1 feci una ballatetta ne la quale chiamai questa donna orgogliosa e dispietata, D. allude alla ballata Voi che savete (Rime LXXX), dove si parla di una donna disdegnosa, / la qual... / Tanto disdegna qualunque la mira, / che fa chinare gli occhi di paura (vv. 3-6).

In If XXX 9 D. chiama dispietati artigli le braccia di Atamante, che, in un accesso di follia, uccise il figlioletto Learco (cfr. Met. IV 512-519).

In Rime dubbie VIII 5 dispietata è lezione del Moore, accolta anche dal Contini; il Barbi legge spietata. In codici toscani anche antichi si legge dispietate strida in If I 115, in luogo di disperate, variante ripresa anche dal Boccaccio.

Vocabolario
dispietato
dispietato agg. [der. di pietà, col pref. dis-1], poet. – Spietato, privo di pietà, crudele: distese i d. artigli (Dante); A vendicar le d. offese (Petrarca).
somméttere
sommettere somméttere v. tr. [lat. submĭttĕre (comp. di sub «sotto» e mĭttĕre «mandare»), propr. «mettere sotto»] (coniug. come mettere). – Variante ant. e ora letter. o poet. di sottomettere, sia nel sign. proprio di mettere sotto: Or...
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