DISPOSITIO
Termini greci corrispondenti nei glossarî sono: diatöposis, diatagè, diàthesis, oikonomìa. Secondo il classico passo di Vitruvio, i, 2, 1, architectura constat... et ex dispositione, hanc autem Graeci diathēsin vocitant; e poco oltre: la dispositio è "l'adatta messa in opera delle cose, e l'elegante esecuzione dell'edificio nelle varie composizioni, dal punto di vista della qualità" (apta conlocatio elegansque e compositionibus effectus operis cum qualitate). E Vitruvio continua: "le figure (species) della d. - in greco idéai - sono tre: icnografia, ortografia, scenografia, cioè pianta, alzato, disegno prospettico. L'icnografia si limita al giusto uso del compasso e della riga: essa ci presenta il disegno delle forme sul piano. L'ortografia è l'immagine della facciata e dell'opera futura disegnata secondo le proporzioni (modice picta rationibus). La scenografia è lo schizzo della facciata e dei lati in iscorcio (frontis et laterum abscedentium adumbratio), con la convergenza di tutte le linee a un centro, che è, per gli antichi, quello del compasso. Queste tre figure richiedono cogitatio ed inventio; la prima consiste nella cura di conseguir l'effetto proposto con risultati piacevoli alla vista; la inventio è la risoluzione di problemi insoliti e l'impostazione, con un tratto di genio, di un fatto nuovo.
Vitruvio adopra poi spesso il vocabolo con significato generico e lessicale (i, 3, 1-2; iii, 3, 4 ss.; vi, 8, 9 s.; Jolles, Vitruvius Aesthetik, 1906, 16); in iv, 6, 6, l'espressione tuscanicae dispositiones vale: "ordine tuscanico" e comprende tutte le norme relative alla costruzione del tardo tempio etrusco-romano (Robertson, Greek and Roman Architecture, 1945, p. 196 ss.; Durm, 1905, p. 93 ss.). Come termine retorico equivale a divisio (v.) e al greco diamèrismos, o partitio oratoria; è anche sinonimo di dispensatio (v.). Dispositio, inventio, elocutio costituiscono tre momenti dell'arte del comporre e del dire secondo Quintiliano (iii, 9, 2).