dispregiamento
Soltanto in Cv III XIII 11 Lo quale amore... conduce mirabili bellezze, cioè contentamento in ciascuna condizione di tempo e dispregiamento di quelle cose che li altri fanno loro signori. Indica l'azione del togliere pregio e valore, e quindi del disprezzare, considerata in astratto, mentre ‛ dispregio ', nell'uso dantesco, denota atto concreto dal quale ridonda infamia a chi l'ha compiuto o a chi lo subisce. Si ritrova, col significato suddetto, in testi dell'epoca, accanto alla forma ‛ disprezzamento '. L'accezione, con la quale si trova nel Villani, di " condizione vile, bassa " (Crusca) non ha, pertanto, riscontro nell'uso dantesco.