disprosio
dispròsio [Lat. scient. Dysprosium, der. del gr. dysprósitos "difficile a raggiungere", per la rarità] [CHF] Elemento chimico del gruppo delle terre rare, di simb. Dy, numero atomico 66, peso atomico 162.46, scoperto nel 1886 da P.-É. Lecoq de Boisbaudran nei minerali di ittrio e isolato come metallo solo nel 1950; se ne conoscono sette isotopi stabili con numero di massa 156 (abbond. relat. 0.06 %), 158 (0.1 %), 160 (2.34 %), 161 (18.9 %), 162 (25.5 %), 163 (24.9 %) e 164 (28.2 %) e vari isotopi instabili (v. App. I: VI 659 c). È un metallo di colore argenteo, duttile e malleabile, abbastanza stabile all'aria a temperatura ambiente, ma ossidabile rapidamente a caldo; nei suoi composti si comporta da trivalente, formando sali di colore dal giallo al verde.
Principali proprietà del disprosio
Calore spec. [103 J kg-1 K-1] 0.173 (25 °C)
Coeff. dilat. term. volum. [K-1] 9.9 10-6(25 °C)
Condutt. term. [W m-1 K-1] 10.7 (25 °C)
Configurazione elettronica (Xe)4f105d06s2
Energia di ionizzazione [eV] (I)5.93;(II)11.67
Entalpia di fusione [103 J kg-1] 67.82
Entropia termica [J K-1 mol-1] 74.76 (25 °C)
Massa volumica [103 kg m-3] 8.55 (25 °C)
Resistività elettr. [10-8 Ω m] (α) 92.6 (25 °C)
Sez. d'urto di assorb. per
neutroni termici [barn atomo-1] 940
Struttura cristallina (298 K)
(α) esagon. comp. (86 K)
(α') romb. base centr. (297 K)
(β) cub. corpo centr.
(par. reticolari in Å) α (a=3.59;c=5.65)
α' (a=3.59;b=6.18;c=5.67)
β (a=3.98)
Suscett. magn. mol. [10-6 CGSem] 98 000 (25 °C)
Temperatura di ebollizione [K] 2840
Temperatura di fusione [K] 1685
Temperatura di transizione [K]
(α→←β) 1654
α→α' 86