dissidente
Chi dissente dalla maggioranza su qualche punto in materia religiosa, politica ecc., e in taluni casi giunge quindi a staccarsi dal gruppo o dalla confessione di cui faceva parte. L’espressione è stata usata in particolare per i protagonisti del movimento del dissenso (➔) nei Paesi dell’Est europeo, e in generale nei paesi o nei momenti in cui la libertà politica è stata limitata. Storicamente, dissidenti furono detti in Polonia, a partire dalla Dieta del 1573 che stabilì un regime di tolleranza religiosa, coloro che si separavano dalla Chiesa romana, ossia i luterani, i calvinisti, i sociniani e gli orientali scismatici. In seguito il termine è stato impiegato come traduzione dell’ingl. dissenter, con cui erano designati coloro che dissentivano, per ragioni dottrinali o disciplinari, dalla Chiesa anglicana di Stato, cioè cattolici, battisti, ecc. Nella Chiesa cattolica, alla definizione di d. si preferisce quella di scismatico o eretico.