dissimilazione
La dissimilazione è un processo per il quale due suoni situati nella stessa parola o in parole contigue, e aventi uno o più tratti in comune, mutano al fine di differenziarsi tra loro. Diversamente dal processo opposto dell’➔assimilazione, la dissimilazione è un fenomeno sporadico (Dressler 1977: 41) in italiano e, in generale, nelle lingue del mondo. Tale sporadicità ne rende difficilmente predicibili tanto i contesti di azione quanto gli effetti.
La dissimilazione è tradizionalmente ricondotta a motivazioni incentrate sul parlante (cfr. Grammont 1895 e 1933), secondo le quali essa sarebbe provocata da una maggiore facilità nella produzione di suoni dissimili laddove essi si trovino vicini nella catena parlata; il parlante, dunque, presunta vittima di un horror aequi (Brugmann 1909), metterebbe in atto il mutamento dissimilatorio per evitare confusioni indotte dalla presenza di suoni uguali o simili a breve distanza. Tale motivazione, però, si scontra con la massiccia presenza nelle parole di suoni simili frutto di assimilazione, che testimonierebbe, piuttosto, una sorta di amor aequi (Carnoy 1918: 103).
In anni recenti, a questo tipo di motivazioni se ne sono affiancate altre incentrate sull’ascoltatore. Secondo Ohala (1981 e 1993), la dissimilazione sarebbe una strategia di ‘ipercorrezione’ (➔ ipercorrettismo) utilizzata dagli ascoltatori i quali, consapevoli delle distorsioni provocate dal processo di assimilazione, diffidano di sequenze di suoni simili o uguali ed elaborano strategie atte a rovesciare l’esito del supposto mutamento assimilatorio. Poiché non tutte le sequenze di suoni simili o uguali sono frutto di assimilazioni, una strategia siffatta produce inevitabilmente dissimilazioni. L’ipotesi di Ohala predice, dunque, che, dal momento che le assimilazioni sono prevalentemente di natura anticipatoria (regressiva), il suono normalmente coinvolto nel processo dissimilatorio sarà il primo tra due simili e che, nei casi di assimilazione a distanza, i tratti coinvolti saranno per lo più quelli che tendono a propagarsi sugli elementi adiacenti in virtù di procedimenti di natura assimilatoria, quali, per es., tratti relativi a rotacizzazione, retroflessione, aspirazione e luogo di articolazione (cfr. McMahon 1994: 17).
A seconda del numero di tratti coinvolti nel processo di mutamento, si usa distinguere la dissimilazione parziale da quella totale: nel primo caso un suono perde uno o più tratti distintivi e viene sostituito da un altro suono, foneticamente simile ma privo dei tratti soggetti a dissimilazione: è consueta, per es., in italiano la dissimilazione di nessi contenenti le polivibranti [r - r] mediante la sostituzione del primo suono con [l], come in albero < lat. arbore(m). Nel secondo caso, invece, l’esito del processo dissimilatorio conduce alla perdita del suono soggetto a mutamento, come nell’italiano popolare propio (rispetto allo standard proprio), forma anticamente frequente anche nella lingua scritta (per es., Boccaccio nella canzone conclusiva della nona giornata del Decameron «S’io vedessi la propia persona»).
A seconda della direzione del processo si suole distinguere tra dissimilazione anticipatoria (o regressiva) e dissimilazione perseverativa (o progressiva).
Nella dissimilazione anticipatoria i tratti di un suono vengono differenziati da quelli del successivo dal quale si suppone si propaghi il mutamento, come nell’italiano popolare chilurgo per chirurgo, o albitro per arbitro. Come nel tipo corrispondente di assimilazione, la dissimilazione anticipatoria è più frequente di quella perseverativa, ma, diversamente da quanto accade nei procedimenti assimilatori, si verifica per lo più tra suoni non contigui. Coinvolge prioritariamente sequenze di vibranti, laterali, nasali e vocali, come nei nessi individuati in Rohlfs (1966: 460-462):
[r - r]
it. chiedere < lat. quaerere
it. albero < lat. arbore(m)
it. albergo < got. *haribergo
it. pellegrino < lat. peregrinum
it. veltro < lat. gallico vertrăgus (attraverso il fr. ant. veltre, già dissimilato)
it. palafreno < lat. paraverēdus
[l - l]
it. conocchia < lat. colucola
sicil. pinnula ~ it. pillola
calabr. rapillu ~ it. lapillo
lomb. navèl «truogolo» < lat. labellum
[n - n]
it. veleno < lat. venenum
it. Bologna < lat. Bononia
chiozzotto lostran ~ it. nostrano
[n - m]
it. Gerolamo < lat. Hieronymus
umbro alama, sicil. arma ~ it. anima
umbro limico, marchigiano lumico, roman. merid. lomico ~ it. nemico
sicil. mulimento ~ it. monumento
[o - o]
tosc. ant. retondo / ritondo ~ it. rotondo
genov. ant. prefondo ~ it. profondo
tosc. ant. serocchia < lat. sorore(m)
aretino delore ~ it. dolore
[i - i]
tosc. pop. vecino ~ it. vicino
tosc. leticare ~ it. litigare
lomb. fenì ~ it. finire
[a - a]
it. smeraldo < lat. smaragdus
friul. nodàl ~ it. natale
milan. levanda ~ it. lavanda
calabr. pilazzu ~ it. palazzo
Casi di applicazione più regolare del mutamento dissimilatorio riguardano la derivazione di aggettivi da nomi mediante l’aggiunta del suffisso -ale che, se preceduto da una base contenente una consonante laterale, subisce dissimilazione di -l- in -r-, come in navale, episcopale, palatale rispetto a solare, militare, velare.
Un altro caso di dissimilazione anticipatoria sistematica è quello che riguarda alcune sequenze di ➔ clitici italiani; segnatamente la sequenza di clitico di oggetto indiretto + clitico di oggetto diretto non ha come risultato l’atteso * [le lo], ma piuttosto le forme [ʎe lo] (it. diglielo), [ʧe lo] (sicil. faccelo «fa’ questo a lui»), attestate nello standard e in numerosi dialetti (cfr. Maiden 2000). Le varianti [ʎe], [ʧe] sono clitici esistenti che vengono selezionati in luogo della forma non dissimilata [le].
Sarebbe da attribuire a questa sorta di propensione dissimilatoria anche la distribuzione preferenziale delle preposizioni sinonime tra e fra (cfr. Maiden 2000): non è, infatti, frequente che fra sia seguito da una parola cominciante per fr- (fra fratelli) e tra da una parola cominciante per tr- (tra treni), ma è molto più frequente il contrario (tra fratelli, fra treni).
Tutti quelli sin qui citati sono casi di dissimilazione anticipatoria a distanza; la dissimilazione a contatto, molto rara, si osserva nella differenziazione di consonanti geminate, come nelle seguenti coppie:
it. rendere < lat. reddere
tosc. volg. auturno ~ it. autunno
pisano fermina ~ it. femmina
lucchese fanciurlo ~ it. fanciullo
roman. embè ~ it. ebbene
sicil. mentere / mintiri ~ it. mettere
milan. linger ~ it. leggero
Nella dissimilazione perseverativa (o progressiva) i tratti di un suono vengono differenziati da quelli del precedente, dal quale si suppone si propaghi il mutamento:
it. mercoledì < lat. Mercuri dies
sicil. rasolu < lat. rasorium
sicil. arbulu < lat. arbore(m)
it. gonfalone < franco *gundfano
it. novero < lat. numerus.
Brugmann, Karl (1909), Das Wesen der lautlichen Dissimilationen, Leipzig, B.G. Teubner.
Carnoy, Albert J. (1918), The real nature of dissimilation, «Transactions and proceedings of the American philological association» 49, pp. 101-113.
Dressler, Wolfgang U. (1977), Phono-morphological dissimilation, in Phonologica 1976. Akten der dritten Internationalen Phonologie-Tagung (Wien, 1.-4. September 1976), hrsg. von W.U. Dressler & O.E. Pfeiffer, Innsbruck, Institut für Sprachwissenschaft der Universität Innsbruck, pp. 41-48.
Grammont, Maurice (1895), La dissimilation consonantique dans les langues indo-européennes et dans les langues romanes, Dijon, Darantière.
Grammont, Maurice (1933), Traité de phonétique, Paris, Delagrave.
Maiden, Martin (2000), Phonological dissimilation and the clitic morphology in Italo-Romance, in Phonological theory and the dialects of Italy, edited by L. Repetti, Amsterdam - Philadelphia, John Benjamins, pp. 169-189.
McMahon, April M.S. (1994), Understanding language change, Cambridge, Cambridge University Press.
Ohala, John J. (1981), The listener as a source of sound change, in Papers from the parasession on language and behavior, edited by C.S. Masek, R.A. Hendrick & M.F. Miller, Chicago, Chicago Linguistic Society, pp. 178-203.
Ohala, John J. (1993), The phonetics of sound change, in Historical linguistics. Problems and perspectives, edited by C. Jones, London - New York, Longman, pp. 237-278.
Posner, Rebecca R. (1961), Consonantal dissimilation in the Romance languages, Oxford, Blackwell.
Rohlfs, Gerhard (1966), Grammatica storica della lingua italiana e dei suoi dialetti, Torino, Einaudi, 3 voll., vol. 1° (Fonetica) (1a ed. Historische Grammatik der italienischen Sprache und ihrer Mundarten, Bern, A. Francke, 1949-1954, 3 voll., vol. 1º, Lautlehre).