distinguere
Il significato di " separare le parti di un insieme, facendone osservare le differenze " è di uso frequente, e riflette un procedimento di tecnica conoscitiva e, in certa misura, didattica, dalle chiare origini scolastiche, particolarmente nella Vita Nuova (XVI 11 e XXII 17, a proposito delle parti di un sonetto) e nel Convivio. Dal presupposto della conoscenza perfetta come conoscenza differenziata e consapevole di opposti, perché quelli che conosce alcuna cosa in genere, non conosce quella perfettamente (Cv I VI 6), deriva la necessità di differenziare a questo fine elementi lessicali simili (IV VIII 11 da distinguere è intra loro ‛ inreverente ' [e ‛ non reverente '...] lingue ‛ sorelle ' (I VI 8 uno abituato di latino non distingue, s'elli è d'Italia, lo volgare [inghilese] da lo tedesco), l'arco della vita (IV XXIII 12 questo arco non pur per mezzo si distingue da le scritture; ma... in quattro parti si divide, e chiamansi quattro etadi), le parti della persona della ‛ donna ' (III VIII 6 E però che potrebbe alcuno aver domandato dove questo mirabile piacere appare in costei, distinguo ne la sua persona due parti, ne le quali l'umana piacenza e dispiacenza più appare; XV 2); i doni di Spirito Santo... secondo che li distingue Isaia profeta (IV XXI 12). Nella Commedia quest'uso ‛ tecnico ' del verbo appare soltanto in Pd XXVIII 132 Dïonisio... / a contemplar questi ordini si mise, / che li nomò e distinse com'io, ove il rapporto tra distinzione e connotazione nominale, spesso fondata sulla fiducia nel valore scientifico di etimologie e paratimologie (cfr. CHIAMARE) e che possiamo notare in Cv IV XXIII 12, presenta un chiaro hysteron-proteron. L'uso tecnico è, in sostanza, collegato con quello ‛ percettivo ' (Cv II XIV 7 la Galassia non è altro che moltitudine di stelle... tanto picciole che distinguere di qua giù non le potemo, ma di loro apparisce quello albore, lo quale noi chiamiamo Galassia), che, in senso figurato, troviamo in III XII 14 Dio... l'altre cose vede e distingue.
Di qui è facile passare alla concezione processuale della distinzione in quanto mezzo essenziale della ragione, quale trovasi in Cv IV XXII 7 Dico adunque che dal principio se stessa ama, avvegna che indistintamente; poi viene distinguendo quelle cose che a lui sono più amabili e meno... secondo la conoscenza distingue non solamente ne l'altre cose, che secondamente ama, ma eziandio distingue in sé, che ama principalmente; e, in maniera ancor più esplicita, in If XI 68 Maestro, assai chiara procede / la tua ragione, e assai ben distingue / questo baràtro e 'l popol ch'e' possiede, e in Pd XI 27, ov'è chiara la denotazione scolastica: Tu dubbi, e hai voler che si ricerna / ... lo dicer mio, ch'al tuo sentir si sterna / ... e qui è uopo che ben si distingua.
Su un altro piano si colloca, infine, l'uso di d. in quanto " operare divisioni " tra elementi contigui della realtà, per lo più riferito alla prassi divina; cfr. Pd XIX 42 [Dio] dentro [al mondo] ... / distinse tanto occulto e manifesto; VIII 129 La circular natura, ch'è suggello / a la cera mortal... / non distingue l'un da l'altro ostello.
Rientra nell'ambito tecnico-conoscitivo, quale sopra abbiamo indicato, anche l'unica attestazione di distinguente, in Cv III XI 7: la funzione connotativa e la concretizzazione particolarizzante è operata dal nome proprio, preso come esempio nel passo, ove D. osserva che delle essenziali passioni... comuni a tutti, non si ragiona... per vocabulo distinguente alcuno participante quella essenza.
Il participio passato ‛ distinto ' è attestato 9 volte, di cui 4 in rima (3 con dipinto, 2 con tinto) nella Commedia. Significa " suddiviso ", in If XI 30 [il primo cerchio] in tre gironi è distinto e costrutto, e XVIII 9 Quel cinghio... / ha distinto in dieci valli il fondo (ove distinto è predicato di fondo). Lo stesso significato in Cv III XI 7 diciamo Gianni amico di Martino, intendendo... l'amistà sopra la naturale [amistà] generata, che è propria e distinta in singulari persone (cfr. sopra); IV XVII 3 le morali vertudi... diversamente da diversi filosofi sono distinte e numerate. Da ricordare, poi, la variante distinte di Pd II 117, in luogo di distratte (anche nella '21; cfr. Petrocchi, Introduzione 224 e ad l.).
Sebbene il limite tra i due significati non sia sempre perspicuo, quello di " suddiviso " si precisa in " adorno ", in quanto le parti ‛ adornate ' si ‛ distinguono ' da quelle non tali; arbitrario, o implicito nel miglior dei casi, è il significato di " punteggiato ", " cosparso ": cfr. Pg XXIX 76 l'aere... rimanea distinto / di sette liste (ove di sta per " da "); Pd XVIII 96 Giove / parea argento lì d'oro distinto, e 108; XIV 97 distinta da minori e maggi / lumi biancheggia... / Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi, ove i due significati possono ritenersi compresenti, e Cv II XIV 7 sopra citato; Pd XXXI 132 più di mille angeli... / ciascun distinto di fulgore e d'arte.
Poiché il moto si può distinguere misurandolo, è sembrato che distinto significasse " misurato ", in Pd XXVII 115 Non è suo moto [del nono cielo] per altro distinto, / ma li altri son mensurati da questo. In realtà si tratta di un uso ‛ tecnico ' della voce, affine a quello di d. in Cv IV XXIII 12 e di ‛ distinzione ' (v.) in IV XXIII 15.
Come risultato del d., è stato ritenuto che distinto avesse significato di " chiaro ", " esplicito ", in Pd IV 12 Io mi tacea, ma 'l mio disir dipinto / m'era nel viso, e 'l dimandar con ello, / più caldo assai che per parlar distinto. Come si è visto a proposito di Cv III XI 7, il parlar distinto, se lo si pensa formato da più di un vocabulo distinguente, può anche considerarsi un processo verbale suddiviso nei suoi elementi, che, sotto la forma intenzionale del disir e locutoria del dimandar, erano dipinti nel viso di Dante. Da questo punto di vista il richiamo a Cv I VI 7 Lo latino conosce lo volgare in genere, ma non distinto: che se esso lo conoscesse distinto, tutti li volgari conoscerebbe... e così in qualunque uomo fosse tutto l'abito del latino, sarebbe l'abito di conoscenza distinto de lo volgare (per III XII 11, cfr. DISTINZIONE) mette in luce il procedimento razionale-differenziativo della conoscenza umana, cui il tacere è necessario, quando l'uomo è dai dubbi d'un modo sospinto (Pd IV 12 e 8).