DISTORSIONE (dal lat. distortio; fr. distorsion; sp. esguince; ted. Verrenkung; ingl. distortion)
Per distorsione s'intende la lacerazione dei legamenti articolari e periarticolari causata da un trauma che agisce su un'articolazione con meccanismo indiretto, esagerando una delle normali mobilità della giuntura stessa o provocando una mobilità anormale, in una direzione nella quale normalmente non esiste mobilità.
Nella distorsione si ha un momentaneo abbandono di contatto tra le superficie ossee articolari, ma la lacerazione della capsula e dei legamenti non è tale da non consentire all'elasticità di queste parti di riportare immediatamente le parti nel normale contatto, a differenza di quanto accade nella lussazione, nella quale la lacerazione è tale che non consente più il ritorno spontaneo delle parti ossee in contatto. Da questo punto di vista la distorsione è il primo grado della lussazione, in cui la riduzione avviene subito e spontaneamente. Tutte le articolazioni sono soggette alla distorsione, e la frequenza è in rapporto con la sede della giuntura, con la sua importanza funzionale e in ragione inversa della mobilità delle giunture. Quanto più numerosi ed estesi sono i movimenti normali della giuntura, tanto più facilmente questa si sottrae senza lesione alla forza traumatizzante. Le distorsioni più frequenti sono quelle del piede con lacerazione dei legamenti peroneo-calcaneari, e tibio-astragalica a seconda che la storta sia avvenuta in abduzione o in adduzione. Un grado ulteriore di questa lesione è lo strappamento del malleolo esterno o interno, passando così per gradi dalla distorsione alla frattura bimalleolare. È frequente anche la distorsione radiocarpica con meccanismo analogo a quello del piede. È regola d'arte considerare la distorsione come una lesione grave e tale da poter turbare seriamente e lungamente la capacità lavorativa, perciò, quando s'è diagnosticata la distorsione in base alla tumefazione, alla dolorabilità sull'articolazione e sui legamenti, senza quel carattere circoscritto che è proprio delle fratture iuxtarticolari o del distacco epifisario, si deve procedere immediatamente all'immobilizzazione con bendaggio amidato o gessato da lasciare in posto per sette-dieci giorni a seconda della gravità dei fenomeni. Solo prendendo questa precauzione s'evitano le noiose conseguenze e specialmente il persistere della dolorabilità, gli stati infiammatorî della capsula articolare e talvolta persino della giuntura. Tolto il bendaggio, sono indicate le comuni cure fisiche, massaggio, bagno caldo, fanghi, diatermia, ecc.