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distrofie muscolari

Dizionario di Medicina (2010)
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distrofie muscolari


Miopatie progressive geneticamente determinate, in cui il tessuto muscolare, per effetto dei processi di necrosi e di rigenerazione delle fibre, presenta fibrocellule ipertrofiche con nuclei centrali, aumento del tessuto fibroso connettivo e sostituzione adiposa del tessuto muscolare. Sono in gran parte dovute a mutazioni di geni che codificano proteine del sarcolemma (distrofina, sarcoglicani, disferlina) e della membrana nucleare (emerina, lamina A/C), enzimi (calpaina), proteine sarcomeriche (miotilina) e della matrice extracellulare (laminina).

Distrofinopatie

Sono d. m. recessive, da deficit di distrofina, proteina codificata dal gene Xp21 ed espressa nel muscolo scheletrico, cardiaco e liscio, nella corteccia cerebrale, nell’ippocampo e nelle cellule del Purkinje. Localizzata tra sarcoplasma e sarcolemma, la distrofina, la cui parte terminale lega i filamenti di actina, è ancorata al sarcolemma tramite complessi glicoproteici DAPs (Dystrophin-Associated Proteins), comprendenti distroglicani (α e β), sarcoglicani (α, β, γ e δ) e sintrofine. Il deficit di distrofina altera la stabilità meccanica del sarcolemma durante la contrazione-rilasciamento; ciò favorisce un danno della membrana, con massiccia entrata di calcio nella cellula, attivazione di enzimi proteolitici e necrosi della cellula. Si distinguono due forme cliniche: la d. m. di Duchenne (➔) (DMD) a esordio più precoce e più grave, e la d. m. di Becker (➔) (BMD) a esordio più tardivo e meno grave. Mentre nella DMD la distrofina è quasi completamente o del tutto assente, nella BMD è di alterato peso molecolare e quantitativamente ridotta (85% dei casi) o di peso molecolare normale, ma quantitativamente ridotta (15% dei casi). La quantificazione della distrofina con immunoblot è predittiva della gravità della malattia: riduzione superiore al 95% nella DMD, riduzione fra il 95% e l’80% in forme intermedie fra DMD e BMD, riduzione inferiore all’80% nella BMD lieve/moderata. La mutazione genetica può consistere in una delezione (60÷65%), una duplicazione (5%) o una mutazione puntiforme (2/3 del rimanente 30%). L’espressione della distrofina è influenzata non dall’entità della delezione, ma dalla conservazione o dalla distruzione del quadro di lettura per effetto della delezione stessa, le quali generano rispettivamente una distrofina semifunzionale (BMD) o una distrofina gravemente troncata (DMD). Il 30% dei casi di distrofinopatia (DMD, in partic.) è dovuto a nuova mutazione. Occasionalmente le femmine portatrici della mutazione genetica possono essere affette dalla malattia. Ciò accade nella sindrome di Turner, oppure nel caso in cui, durante il processo di lyonizzazione, avvenga un’inattivazione sbilanciata, nella gran parte delle cellule embrionali, di uno dei due cromosomi X a favore di quello paterno, per cui meno del 50% delle cellule mature esprime distrofina funzionale.

Distrofia muscolare di Emery-Dreifuss (EDMD)

Presenta una triade sintomatologica: contratture muscolari precoci (muscoli estensori del collo e della colonna con spina rigida, del bicipite e della sura), debolezza e atrofia scapolo-omero-peroneale, e cardiomiopatia. È una d. legata al cromosoma X, dovuta a deficit di emerina o lamina A/C.

Distrofie muscolari congenite (CMD)

Hanno esordio precoce (congenito o entro un anno) con debolezza diffusa (floppy baby), contratture e deformità scheletriche (cifoscoliosi), disturbi a carico del sistema nervoso centrale dovuti a difetti di mielinizzazione o a migrazione neuronale. Hanno decorso variabile, da forme a esito infausto nei primi anni di vita, fino a forme stabilizzate nell’adulto. Esistono cinque tipi clinici di CMD: la CMD1, più comune in Europa, da deficit di merosina, presenta marcato incremento dell’enzima creatininchinasi, grave ipotonia neonatale, ritardo dello sviluppo motorio, contratture muscolari e insufficienza respiratoria, marcate alterazioni della sostanza bianca, normale sviluppo mentale; la CMD2 (detta anche malattia di Fukujama), più comune in Giappone, è una sarcoglicanopatia da deficit di fukutina, che interviene nella glicosilazione dell’α-sarcoglicano e nella migrazione neuronale; la CMD3, da difetto del collagene 6 e delle selenoproteine N, ha caratteristiche analoghe alla CMD1 (ma con gravi deficit psicointellettivi), dà luogo a gravi contratture e debolezza dei muscoli prossimali e distali, e si manifesta in due forme cliniche, una più grave (miopatia di Ullrich) e l’altra più lieve (miopatia di Bethlem); la CMD4, da deficit di integrina alfa7.

Distrofie muscolari dei cingoli (LGMD)

Forme di d. che danno debolezza lentamente progressiva e simmetrica dei muscoli prossimali degli arti, integrità dei muscoli facciali, e possibile associazione di cardiomiopatie e di deficit respiratori. Più frequenti le forme a trasmissione autosomica recessiva (LGMD2) rispetto a quelle dominanti (LGMD1). Le LGMD2 sono dovute ad alterazioni di proteine di membrana (sarcoglicani, disferlina), della matrice extracellulare (laminina), proteine strutturali e contrattili (titina) e del sarcolemma (fukutina). Le LGMD1 sono dovute ad alterazione di proteine connesse con il sarcolemma (caveolina), con la membrana nucleare (lamina a/c) e con il sistema contrattile (miotilina).

distrofie

Distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD)

È una d. m. autosomica dominante, provocata da una delezione della sequenza D4Z4 sul cromosoma 4. È caratterizzata da debolezza dei muscoli del volto e del cingolo scapolare, frequente coinvolgimento dei muscoli peroneali, pettorali e addominali (segno di Beevor) spesso asimmetrico con risparmio dei muscoli deltoidi, faringo-laringei, extraoculari e respiratori. Questa forma di distrofia è spesso accompagnata da ipoacusia neurosensoriale (75% dei casi) e da vasculopatie retiniche (60%). Si ha perdita dell’autonomia motoria in un quinto dei casi.

Distrofia miotonica di Steinert

D. m. a trasmissione autosomica dominante, caratterizzata da miotonia associata a debolezza muscolare (➔ Steinert, malattia di).

Distrofia oculo-faringea

Rara d. m. generalmente a trasmissione autosomica dominante, per un’espansione GCG nel gene per la PAB2 (Poly A Binding protein-2) sul locus 14q11. È caratterizzata da debolezza dei muscoli faringolaringei e da oftalmoplegia.

distrofie muscolari

Vedi anche
muscolo L’organo attivo della funzione motoria. L’insieme dei m. di un corpo vivente o di parte di esso, considerati in rapporto alla loro funzione o alle loro caratteristiche istologiche, costituisce il sistema muscolare o muscolatura. Anatomia comparata Le cellule muscolari sono presenti in uno stadio molto ... malattia Lo stato di sofferenza di un organismo in toto o di sue parti, prodotto da una causa che lo danneggia, e il complesso dei fenomeni reattivi che ne derivano. Elemento essenziale del concetto di m. è la sua transitorietà, il suo andamento evolutivo verso un esito, che può essere la guarigione, la morte ... blefaro- Dal greco βλέφαρον «palpebra», primo elemento di parole composte della terminologia scientifica derivate modernamente dal greco, nelle quali indica relazione con le palpebre. Blefarite Infiammazione cronica del margine palpebrale, spesso associata a comparsa di crosticine o squame ( blefarite squamosa) ... miopatia Denominazione generica di alterazioni del trofismo e della funzione muscolare, indipendenti da lesioni del sistema nervoso. Si distinguono m. primitive e secondarie: nelle prime rientrano per es. la miotonia e la miastenia; nelle secondarie quelle connesse a malattie endocrine (tireotossicosi, iperparatiroidismo) ...
Indice
  • 1 Distrofinopatie
  • 2 Distrofia muscolare di Emery-Dreifuss (EDMD)
  • 3 Distrofie muscolari congenite (CMD)
  • 4 Distrofie muscolari dei cingoli (LGMD)
  • 5 Distrofia facio-scapolo-omerale (FSHD)
  • 6 Distrofia miotonica di Steinert
  • 7 Distrofia oculo-faringea
Tag
  • TRASMISSIONE AUTOSOMICA DOMINANTE
  • SISTEMA NERVOSO CENTRALE
  • MATRICE EXTRACELLULARE
  • MUTAZIONE PUNTIFORME
  • CELLULE DEL PURKINJE
Altri risultati per distrofie muscolari
  • Distrofia muscolare
    Universo del Corpo (1999)
    Giovanni Salviati Romeo Betto Le distrofie muscolari sono un complesso eterogeneo di malattie geneticamente determinate, il cui difetto primario è localizzato nel muscolo scheletrico; sono caratterizzate dalla progressiva degenerazione e riduzione del numero delle fibre muscolari scheletriche e dalla ...
  • MUSCOLARI, DISTROFIE
    Enciclopedia Italiana (1934)
    Vittorio Challiol . Le distrofie muscolari sono processi cronici di atrofia, che, iniziatisi in un muscolo o in un gruppo di muscoli, progrediscono incessantemente, invadendo sempre nuovi gruppi muscolari; esse sono dette anche primitive, perché insorgono come malattie a sé di cui l'atrofia muscolare ...
Vocabolario
distròfico
distrofico distròfico agg. [der. di distrofia] (pl. m. -ci). – 1. In medicina, relativo a distrofia, affetto da distrofia: disturbi d.; manifestazioni d.; tessuti d.; bambino distrofico. 2. In geografia fisica (con riferimento al valore...
distrofìa
distrofia distrofìa s. f. [comp. di dis-2 e -trofia; cfr. gr. δύστροϕος «difficile a nutrirsi»]. – In medicina, alterazione, congenita o acquisita, del trofismo di singoli tessuti o dell’intero organismo, caratterizzata da gravi degenerazioni...
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