disusanza
Il termine compare solo in Cv I IX 5 coloro che per malvagia disusanza del mondo hanno lasciata la litteratura a coloro che l'hanno fatta di donna meretrice, col significato di " desuetudine ", " colpevole trascuratezza " non raro nella prosa colta del Duecento, come possiamo leggere nella Rettorica di Brunetto Latini (ediz. Maggini, Firenze 19682, 21): " costrinse e raunò in uno luogo quelli uomini che allora erano sparti per le campora e partiti per le nascosaglie silvestre; e inducendo loro a sapere le cose utili e oneste, tutto che alla prima paresse loro gravi, per loro disusanza ".