diurno
. L'aggettivo compare due sole volte in D., e sempre in passi concettualmente legati alla cultura astronomica e geografica del poeta. In Pg XIX 1 Ne l'ora che non può 'l calor dïurno / intepidar più 'l freddo de la luna, l'espressione calore diurno vale " il calore che nelle ore diurne il sole ha comunicato " (Scartazzini-Vandelli), o più semplicemente " il calore del dì " che si oppone al gelo notturno della luna " effettiva di freddo " (Buti), secondo la scienza medievale. Più complessa l'attestazione di Cv III V 13 Dico adunque che 'l cielo del sole si rivolge da occidente in oriente, non dirittamente contra lo movimento diurno, cioè del die e de la notte, ma tortamente contra quello, ove, accanto all'autoesegesi dantesca, bisogna tener presente la probabile fonte di Alfragano (Al-Fargänï) che nel Libro dell'aggregazione delle stelle (ediz. R. Campani, Città di Castello 1910, V 72) dice: " Primus itaque eorum [motuum] est ille qui movet totum et quo fiunt nox et dies... Et motus secundus est ille quem videre habentur sol et stellae ab occidente ad orientem vel enim e contrario motus primae partis... ".