dodici
L'aggettivo numerale cardinale compare sei volte nelle opere di D., con frequenza massima nella prosa scientifica del Convivio (quattro volte) e minima nella Vita Nuova e nella Commedia.
In Vn II 2 Ella [Beatrice] era in questa vita già stata tanto, che ne lo suo tempo lo cielo stellato era mosso verso la parte d'oriente de le dodici parti l'una d'un grado, sì che quasi dal principio del suo anno nono apparve a me, all'interno di un passo di non facile interpretazione (la sfera o cielo delle stelle fisse si muoverà per D. di un grado verso oriente ogni cento anni, e Beatrice pertanto aveva poco più di otto anni), il d., unitamente al nove, pare partecipare, al di là del suo valore cronologico, al clima mistico dell'apparizione, scandita su di un ritmo di " triadi " (Curtius) che riverberano il loro simbolismo tutto medievale: radice del nove e del d. è il tre, simbolo della Trinità operatrice; Beatrice è dunque un miracolo, creatura perfetta e ispiratrice di perfezione.
Di alto interesse le attestazioni di Cv II I 5 quando Cristo salio lo monte per trasfigurarsi... de li dodici Apostoli menò seco li tre [Pietro, Giacomo, Giovanni], che rimanda a Pd XXV 33 (ai tre fe' più carezza), e di tre passi in cui d. è impiegato in contesto di discussione scientifico-astronomica. I passi sono: Cv II XIII 28 E lo cielo di Saturno hae due proprietadi per le quali si può comparare a l'Astrologia: l'una si è la tardezza del suo movimento per li dodici segni, ché ventinove anni e più, secondo le scritture de li astrologi, vuole di tempo lo suo cerchio (con fonte probabile in Alfragano [Al-Fargänï] Libro dell'aggregazione delle stelle, ediz. R. Campani, Città di Castello 1910, XVII, p. 131: " Saturnus [percurrit] orbem excentricum in 29 annis et 5 mensibus et 15 diebus et in circulo signorum in minori illo per 9 dies "); III VI 2 onde è da sapere che ‛ ora ' per due modi si prende da li astrologi. L'uno si è, che del die e de la notte fanno ventiquattr'ore, cioè dodici del die e dodici de la notte, quanto che 'l die sia grande o picciolo ... E queste ore usa la Chiesa, quando dice Prima, Terza, Sesta e Nona, e chiamansi ore temporali; e IV XXIII 15 la Chiesa usa, ne la distinzione de le ore, [le ore] del dì temporali, che sono in ciascuno die dodici, passi questi ultimi assai affini che risalgono a fonte comune (forse Alfragano, op. cit., XI, p. 107: " Temporales vero horae sunt illae quibus unaquaeque nox et dies in aestate et hieme est 12 horarum... ").
In Pd XII 135 Pietro Spano, / lo qual giù luce in dodici libelli, il termine è impiegato per individuare le Summulae Logicales che si suddividono appunto in dodici libelli.
Bibl. - G. Rizzacasa D'Orsogna, Da un emisfero all'altro, in " Giorn. d. " XX (1912) 244 ss.; V.H. Hopper, Medieval number symbolism, New York 1938; E.R. Curtius, Europäische Literatur und Lateinisches Mittelalter, Berna 1948 (trad. francese di J. Brejoux, Parigi 1956, 607 ss.).