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dogare

di Bruno Basile - Enciclopedia Dantesca (1970)
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dogare

Bruno Basile

Verbo attestato solo in If XXXI 75 Cércati al collo, e troverai la soga / che 'l tien legato [il corno], o anima confusa, / e vedi lui che 'l gran petto ti doga, e vale segnare " d'una lista o striscia, quasi doga " (Scartazzini-Vandelli), perché Nembrot " tenebat cornu per transversum pectoris " (Benvenuto), e il corno " fa ivi una doga, ciò è una lista " (Anonimo), essendo lo strumento " quasi doga da botte, curvo e lunghissimo " (Tommaseo).

Interessanti, da un punto di vista linguistico, certe curiose interpretazioni degli antichi commentatori: il Buti, che chiosa " cuopre e veste: questo dice, per significare che il corno era grande, e che la superbia sua fu grandissima; e finge che li penda sul petto, perché la sua superbia stette nel cuore, che è posto nel petto ", e il Vellutello che afferma: " [ti] segna et friga il gran petto, come fa la doga il fondo de la botte ". Testimonianze tutte di un disagio al cospetto di un verbo raro che poteva persino proporre a un Daniello un tentativo di emendamento testuale: " Che ti toga, che ti veste, et cuopre a guisa di toga, il gran petto. Toga ne gli antichi, et buoni testi, e non doga si legge ".

Vocabolario
dogare
dogare v. tr. [der. di doga] (io dógo, tu dóghi, ecc.), non com. – Mettere o rimettere le doghe: d. un barile. Fig., ant., segnare con una striscia, listare (v. anche addogare): E vedi lui [il corno] che ’l gran petto ti doga (Dante)....
dog sitter
dog sitter ‹dòġ sìtë› locuz. ingl. (propr. «governante di cani», sul modello di baby sitter; pl. dog sitters ‹... sìtë∫›), usata in ital. come s. m. e f. (e pronunciata comunem. ‹dòġ sìtter›). – Persona che, dietro compenso, porta a spasso...
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