doglia
Sinonimo di " dolore ", in senso generale, in Rime LXXIII 12 Piange la madre, c'ha più d'una doglia, e Cv IV XXVIII 4 così la nostra anima sanza doglia si parte dal corpo, che è l'unica attestazione in prosa; e in senso fisico, in If I 102 'l veltro / verrà, che la farà morir con doglia (" verrà uno, il quale farà morire essa avarizia di doglia, in quel modo che fanno morire quei cani da caccia, che noi chiamiamo veltri, le fiere simili ", Gelli Letture VII, Firenze 1887, 116; " riuscirà a uccidere la lupa, e con quel dolore che merita ", Grabher); così anche in If XXVIII 13.
Nel senso di " dolore " in senso morale, in If IX 96 quella voglia / ... che più volte v'ha cresciuta doglia, dove si tratta del dolore degli angeli scacciati dal cielo, accresciuto dai successivi scontri con l'invincibile volontà divina; e in XVI 52 Non dispetto, ma doglia / la vostra condizion dentro mi fisse: per intendere l'intensità di questa dolorosa pietà, si badi al valore di fisse e del successivo dispoglia (il D'Ovidio, in Studii sulla D.C. [Caserta 1931, II, 121-232], esamina tutte le manifestazioni consimili; per il rapporto pietà-giustizia cfr. F. Salsano, La coda di Minosse [Milano 1968, 21-52]). In Pg II 108 l'amoroso canto / che mi solea quetar tutte mie doglie, considerando sia la corrispondenza tra la ragione della richiesta dell'amoroso canto - consolare l'anima affannata - e la precedente esperienza degli effetti di questo, sia la conclusione dell'analoga alternanza voglia - doglia in Vn XXXI 11 37 (e però no li ven di pianger doglia), il Petrocchi ha preferito questa lezione a quella voglie adottata in tutte le edizioni moderne (cfr. Introduzione 191 e la nota relativa; a tale proposito è opportuno ricordare la variante la doglia in luogo di la 'nvoglia, in Pd XXVI 99; cfr. Petrocchi, Introduzione 283 e ad l.). Altre attestazioni di d. per " dolore " morale ricorrono in Vn XXXI 15 57, Rime LXVII 2 E' m'incresce di me sì duramente, / ch'altrettanto di doglia / mi reca la pietà (cfr. Cavalcanti A me stesso di me pietate vene 2 " per la dolente angoscia "), e CVI 1. In If XXXIII 61 disser: " Padre, assai ci fia men doglia / se tu mangi di noi... ", il dolore morale si commisura a quello fisico.
Si riferisce alla sofferenza fisica e morale della pena, in Pg XXI 67 io... son giaciuto a questa doglia / cinquecent'anni e più; mentre esprime la sofferenza del pentimento o contrizione, in Pg XXXI 69 prenderai più doglia riguardando, e Pd XXXII 11 al cantor che per doglia / del fallo disse... (cfr. Ps. 50, 19 " Sacrificium Deo spiritus contribulatus: / cor contritum et humiliatum, Deus, non despicies "), e della compassione, in Pg XXXIII 12 piangere e cantar s'udìe / ,.. per modo / tal, che diletto e doglia parturìe (" ex compassione amarae poenae ", Benvenuto), e 56; Rime CIV 38.
Esprime infine il travaglio amoroso, in Rime L 20 E certo la sua doglia più m'incende, LXVIII 18, e Rime dubbie XV 13. In Pg IV 1 per dilettanze o ver per doglie, / che alcuna virtù nostra comprenda, significa propriamente la sensazione dolorosa, capace di concentrare l'anima tutta nella facoltà che riceve e conserva la detta sensazione.