Dolze-Riguardo
È figura allegorica che compare due volte nel Fiore. La prima in XIX 1 Per Bel-Sembiante e per Dolze-Riguardo / mi mandò la piacente ch' i' andasse / nel su' giardin, come messaggero di Bellaccoglienza, per suggerimento di Venere (Or gli ne manda alcuna buona 'nsegna, XVIII 13) e pare simboleggiare lo sguardo propizio e amoroso della donna, così come Bel-Sembiante (v.) ne raffigura il benevolo atteggiamento (cfr. i dolzi isguardi nel discorso della Vecchia, Fiore CXLIX 11). Il brano non ha corrispondente nel Roman de la Rose.
La seconda volta il personaggio appare nell'incontro tra Amante e Bellaccoglienza dopo l'imprigionamento di quest'ultima: CCI 6 Allor pensai s' i' potesse vedere / Dolze-Riguardo per cosa che sia: / immantenente Amor a me lo 'nvia, / di che mi fece molto gran piacere. / E que' sì mi mostrò Bellaccoglienza, dove rappresenta la vista dell'oggetto amato, a lungo preclusa all'Amante.
Questa seconda apparizione di Dolze-R. corrisponde a quella di Douz Regart nel Roman de la Rose, che però svolge un ruolo più complesso di mediazione tra Amant e Bel Acueil ed è insomma ipostasi intersoggettiva che si mostra ad Amant e a sua volta gioisce della sua venuta e lo mostra a Bel Acueil: " Lors pensai mout parfondement / Coment j' avraie Douz Regart: / Estes le vous, que Deus le gart! / Qu' Amours par confort le m' enveie. / Trop grant piece perdu l' avaie. / Quant jou vi, tant m' en esjoï / Qu'a po ne m' en esvanoï. / Mout refu liez de ma venue / Douz Regarz, quant' il l' a veüe; / Tantost a Bel Acueil me montre " (vv. 14758 ss.).
Nel Roman de la Rose la figura di Douz Regart ha anche altre funzioni; è il giovincello che regge l'arco e le frecce del Dio d'Amore, cui le porge al momento opportuno (vv. 903 ss., 1304 ss.); è anche uno dei beni che Amore elargisce alle sue vittime per lenirne il male amoroso (vv. 2718 ss., 4119), insieme con Douz Parler e Douz Penser; e accompagnerà poi Franchise nell'ambasciata a Venere (v. 15633).