DOMANDA (fr. demande; sp. demanda; ted. Nachfrage; ingl. demand)
Nelle scienze economiche è l'aspirazione che un individuo (o gruppo d'individui, o la totalità degl'individui che operano in un mercato) prova per il conseguimento di una certa massa di un bene, in un istante o lungo uno spazio di tempo. La domanda può avere per oggetto un bene materiale (per es., grano) oppure un bene immateriale, un servigio (per es., medici, giornate di lavoro di muratore, trasporto marittimo di merci, per date quantità e dati tragitti). La domanda può essere individuale o collettiva, statica (relativa a un istante) o dinamica (relativa a successivi istanti o spazî di tempo).
La domanda non consiste nella generica inclinazione ad effettuare uno scambio o a dare per ricevere; ma in ciò che Tizio sia disposto a dare determinate quantità di B (o determinate somme dî moneta) per ottenere determinate quantità del bene A. Considerando ora la domanda individuale statica, si ha che l'atteggiamento di Tizio nell'istante dato si concreta nella formazione di una doppia serie di cifre fra loro accoppiate indicanti quantità di B o di moneta che Tizio è disposto a dare per ottenere date quantità di A. Questa doppia serie di cifre abbinate è designata col nome di scheda individuale di domanda. Se lo scambio avviene contro moneta, la serie delle cifre indicanti la moneta che Tizio è disposto a cedere, assume generalmente la forma di prezzi unitarî di A contrapposti alle quantità di A richieste. Per es., la scheda della domanda di grano da parte di Tizio in un istante potrebbe avere lo svolgimento seguente:
Le due serie di cifre fra loro coordinate costituiscono la "scheda di domanda" di Tizio per il grano: ma in fatto non costituiscono solo la "scheda di domanda" di grano, bensì anche la "scheda di offerta" della moneta in vista del conseguimento di grano. La scheda di offerta risulterebbe più evidente se lo scambio avvenisse come baratto, per es., contro vino; in tale caso sarebbe meglio manifesto che la doppia serie di cifre (segnanti contemporaneamente domanda e offerta) è il risultato di giudizî comparativi formulati da Tizio rispetto all'utilità che egli attribuisce al grano e al vino.
Per l'interdipendenza fra le manifestazioni dei fattori economici, le due serie di cifre della scheda di domanda del grano non risultano solo dalle comparazioni fra le utilità dei due beni di cui qui si considerano i possibili scambî, ma anche indirettamente dalle comparazioni con le utilità di tutti gli altri beni che Tizio può ricevere in cambio di moneta. Tutti i prezzi effettivi che si formano in un mercato costituiscono un sistema i cui elementi sono fra loro coordinati; anche tutti i prezzi ipotetici che si formano nelle schede di domanda costituiscono un analogo sistema pienamente coordinato. Poiché la scheda di domanda qui considerata è statica, essa traduce giudizî che Tizio formula in un dato istante; in un altro istante Tizio potrebbe formulare giudizî diversi e presentare una diversa scheda di domanda. Se nell'istante considerato non esiste nel mercato solo l'operatore Tizio a formulare l'effettiva domanda di grano con l'intendimento di cedere in cambio moneta (o un altro bene) ma esistono altri operatori in analoghe condizioni, si avranno contemporaneamente più schede individuali di domanda, dalle quali può formularsi per via di addizioni la scheda sintetica di domanda rispetto all'intero mercato:
Tanto rispetto alla scheda individuale quanto rispetto alla scheda sintetica di domanda (sempre considerando, per ora, la domanda statica) si verifica quell'uniformità caratteristica che il Marshall designa come generale "legge della domanda" (Principles of economics, lib. III, c. 111, § 5): "la quantità domandata aumenta quando il prezzo diminuisce e diminuisce quando il prezzo aumenta". Le due serie di cifre che figurano nella scheda di domanda procedono in senso inverso nella successione dal termine minimo al termine massimo. Tale reciprocità di svolgimento si riconnette al principio secondo cui si presenta l'utilità delle successive dosi di un dato bene rispetto all'operatore che ne ha o aspira ad averne la disponibilità; le prime dosi hanno per costui una grande utilità: l'utilità declina mano mano che cresce il numero delle dosi disponibili; così tale operatore sarà incline a corrispondere un prezzo elevato se può conseguire solo poche dosi del bene, perché tale esigua quantità racchiude per esso un alto pregio, alti gradi di utilità: se il numero delle dosi aumenta, in confronto con questa prima ipotesi, il prezzo dovrà essere inferiore in relazione al minore grado di utilità che corrisponde alle dosi accresciute di numero.
Tanto rispetto alla scheda individuale quanto rispetto alla scheda sintetica di domanda, possono essere istituiti rapporti fra date differenze di prezzi (considerate nella serie dei prezzi che figurano nella scheda) e le corrispondenti differenze nella quantità domandata del bene, per determinare il "grado di elasticità della domanda" cioè il grado di "sensibilità" della domanda di fronte alle variazioni di prezzo. Il grado d'elasticità spesso varia per una stessa scheda secondo che si considerano differenze fra prezzi bassi o fra prezzi alti; varia fra le diverse schede individuali statiche relative a un dato bene e varia fra le schede relative a beni diversi.
La scheda di domanda (sia individuale sia collettiva) può essere raffigurata graficamente mediante un diagramma. La forma più semplice è quella indicata nella fig. 1 dove su uno degli assi OY mediante una scala graduata (non segnata nella figura) si rappresentano le dimensioni degli ipotetici prezzi e sull'altro asse OX mediante altra scala (pure non segnata) si rappresentano le quantità domandate del bene considerato. In base alla scheda di domanda e alle scale segnate sui due assi si designano i punti A, B, C, D, E, F, i quali corrispondono ciascuno a un dato prezzo e a una data quantità e indicano le quantità domandate ai varî prezzi secondo la scheda di domanda. Le ascisse P1 A, P2 B, P3 C, ecc., nel caso di scheda collettiva di domanda sono pari alla somma delle ascisse che sarebbero corrispondenti alle quantità figuranti nelle schede di domanda individuali.
I p unt i A, B, C, D , E, F vengono abitualmente congiunti da una linea detta curva della domanda. Questa può avere forme assai varie: rettilinea, curvilinea, concava verso il basso oppure convessa. Diverse forme della curva in genere e nelle diverse sezioni di essa corrispondono a differenti gradi di elasticità della dommda.
I singoli punti della curva (come i singoli termini della scheda) si riferiscono a svariate ipotesi. Se per es. sul mercato nell'istante considerato si forma il prezzo DQ4 (fig. 1) l'individuo oppure l'aggregato di individui i cui intendimenti sono raffigurati dalla curva di domanda procederanno all'acquisto del bene nella quantità pari a DQ4 contro cessione d'una quantità di moneta pari al prodotto di OQ4 per OP4.
Il metodo descritto di raffigurazione grafica della scheda di domanda è stato inizialmente adottato da A. Cournot. Un altro metodo di raffigurazione è stato adottato dal Marshall. In questo secondo tipo di curva di domanda l'ascissa e l'ordinata di un dato punto K (fig. 2) rappresentano, l'una (NK) la quantità totale del bene domandato (per esempio grano) e l'altra (KM) la quantità totale di denaro o di un altro bene (p. es. vino) che un operatore o una collettività di operatori sono disposti a dare in cambio di quella quantità del primo bene. Nel grafico non figurano i prezzi unitarî, ma questi sono determinabili col rapporto fra l'ordinata e l'ascissa di ciascun punto della curva. Le curve "marshalliane" di domanda-offerta, così formate, sono riuscite assai convenienti per lo studio dei fenomeni relativi al commercio internazionale. Le iniziali applicazioni fatte dal Marshall sono state in parte riprodotte dal Pantaleoni. Notevoli applicazioni allo studio degli scambî internazionali sono state fatte da Enrico Barone.
La scheda statica di domanda (individuale o collettiva) risulta conforme alla legge di Marshall - del reciproco variare dei prezzi unitarî e delle quantità del bene domandato - in quanto tale scheda è formata da un operatore o da un aggregato di operatori che risentono essi stessi il bisogno di quel bene, l'utilità delle successive dosi di quel bene: in quanto cioè la scheda è formata da un consumatore o da un assieme di consumatori. Al diminuire dell'utilità delle dosi di un bene quando cresce la disponibilità del bene corrisponde il decremento dei prezzi ipotetici nella scheda di fronte all'incremento delle quantità ipoteticamente scambiate. La scheda o curva di domanda abitualmente considerata nelle trattazioni di economia si suppone formata da consumatori.
La scheda o curva di domanda potrebbe non essere conforme alla legge del Marshall se fosse invece formata da speculatori o commercianti: ciò anche se la scheda è statica. Costoro presentano la domanda in vista di un trasferimento futuro, forse remoto, diretto o indiretto, del bene ai consumatori; ma essi non risentono di per sé il bisogno e non si comportano come si comporterebbero i consumatori. I commercianti o speculatori tracciano la loro scheda in base a una doppia serie d'ipotesi rispetto ai prezzi odierni di acquisto e futuri di vendita. Se essi prevedono che prezzi alti odierni siano il prodromo di più alti prezzi nel prossimo avvenire, formeranno una scheda di domanda avente svolgimento diverso da quello tipico e in cui a prezzi unitarî elevati corrisponderanno quantità di domanda più rilevanti di quelle prospettate per prezzi bassi.
Simile svolgimento può darsi anche per la scheda di consumatori che, in particolari circostanze, siano anche speculatori: tale caso è stato frequente dopo la guerra mondiale e l'inflazione monetaria: la previsione di ulteriori incrementi dei prezzi determinava la formazione di grosse riserve domestiche di beni di consumo.
Il confronto fra più schede statiche di domanda relative a istanti successivi, più o meno lontani fra loro (riferentisi le schede allo stesso bene e all'aspirazione di un singolo operatore o di una collettività di operatori, di tutti gli operatori esistenti nel mercato), consente il giudizio sulla dinamica della domanda. Fra un istante e l'altro può darsi che la domanda sia invariata oppure aumentata o diminuita. Si ha aumento o diminuzione di domanda quando, di fronte a un dato prezzo unitario, la quantità del bene domandato, fra un istante e un altro aumenta oppure diminuisce: sono questi aumenti e diminuzioni diversi da quelli risultanti da confronti fra prezzi ipotetici contemporanei postulati in una stessa scheda statica di domanda. Graficamente la variazione nella domanda significa per es., che di fronte al prezzo OP la quantità domandata dalla dimensione PAI cresce a PAII o decresce a PAIII (figura 3). L'incremento di domanda significa spostamento della curva verso destra e il decremento, spostamento verso sinistra: allo spostamento possono accompagnarsi variazioni di forma della curva e così dei gradi di elasticità.
Molti sono i fattori che possono determinare spostamenti nella curva di domanda fra un istante e un altro: mutamenti nel gusto per il bene domandato; mutamenti nei gusti per altri beni e servizî, mutamenti nei processi tecnici e fra essi prineipalmente il sorgere di processi tecnici recanti la disponibilità di nuovi beni o servizî, variazioni nel valore della moneta, variazioni nel flusso di reddito per l'individuo e per il complesso degl'individui cui si riferisce la scheda di domanda, ecc. Se la scheda è collettiva, possono essere avvenute variazioni nel numero degli operatori (per es., nella popolazione), nella distribuzione dei redditi fra costoro, ecc. Se i confronti si fanno non fra due soli istanti, ma fra molti istanti successivi, si può notare che i fattori di variazioni nella scheda di domanda possono essere connessi con movimenti secolari, ciclici, stagionali nello svolgimento generale della vita economica.
Più curve di domanda relative alla collettività dei consumatori di un mercato, per un dato bene, in successivi istanti, costituiscono successioni di gruppi d'ipotesi. Una fra le ipotesi per ciascun gruppo si è realizzata; cioè per ogni istante si è formato un prezzo sul mercato ed è avvenuto il corrispondente complesso di scambî. Se esistono dati statistici cronologici sui prezzi di mercato e sull'entità degli scambî in successivi istanti o in successivi brevi periodi di tempo, sembrerebbe possibile, mediante l'elaborazione di tali dati, fare constatazioni sullo svolgimento dinamico della domanda e accertare, per via induttiva, se anche negli spostamenti attraverso il tempo si verifichi la legge marshalliana della domanda, per cui la quantità domandata aumenta quando si abbassa il prezzo e viceversa. Se nel mercato, attraverso il tempo, non sono considerevoli le variazioni nelle giacenze di dati beni, le cifre statistiche generali relative al consumo, alla produzione, agli scambî con l'estero di talune merci possono servire come misura approssimativa degli scambî avvenuti in vista del consumo.
Ma perché la legge della domanda si verifichi attraverso il tempo è necessario che si verifichi anche l'implicita premessa: coeteris paribus. È necessario cioè che attraverso il tempo le condizioni tutte del mercato rimangano stazionarie, salvo due: il prezzo del bene considerato e l'entità del rispettivo consumo. Una tale ipotesi è inammissibile per l'interdipendenza dei fenomeni economici: evidentemente spostandosi un prezzo e un consumo, si spostano tutti gli altri prezzi e consumi. Ma, prescindendo anche dall'assurdità di una simile ipotesi, si ha che i dati statistici disponibiti ed elaborabili traducono numericamente la storia di reali mercati. Ora, nella realtà, non si verifica mai la clausola coeteris paribus. La società stazionaria è un'astrazione. I dati statistici riflettono condizioni dinamiche, relative a mercati in cui non varia solo un prezzo o una quantità, ma anche la popolazione, i gusti, i processi tecnici, il fondo di ricchezza, la quantità complessiva e la distribuzione del reddito, la massa e la velocità di circolazione della moneta, ecc.
Nell'ultimo quindicennio sono avvenuti svariati tentativi - essenzialmente negli Stati Uniti e in Inghilterra - per lo studio della dinamica nella domanda di varie derrate agrarie e di alcuni pochi prodotti industriali, in base ai dati statistici. Sono stati all'uopo adottati procedimenti varî per cercar di eliminare gli effetti di parecchi fra gli accennati fattori di dinamica, così da accertare il risultato della sola variazione di un prezzo e di una quantità. Non è possibile esaminare qui i procedimenti adottati: solo si richiamano nella bibliografia alcuni fra gli studî più notevoli, i cui risultati sono peraltro tuttora oggetto di discussione.
Bibl.: A. Cournot, Recherches sur les principes mathématiques de la théorie des richesses, Parigi 1838; A. Marshall, Pure theory of foreign trade, Londra 1879; id., Principles of economics, an introductory volume, Londra 1910; id., Money, credit and commerce, Londra 1923; W. Stanley Jevons, The Theory of political economy, Londra 1871; M. Pantaleoni, Principî di economia pura, Firenze 1889; E. Barone, Principî di economia politica, Roma 1913; H. Cunynghame, A geometrical economy, Oxford 1904; F. Y. Edgeworth, Demand curves, in Dictionary of political economy di R. H. J. Palgrave; U. Ricci, Elasticità dei bisogni, della domanda e dell'offerta, in Giornale degli economisti, agosto e ottobre 1924; H. Staehle, Die Analyse von Nachfragekurven in ihrer Bedeutung für die Konjunkturforschung, Bonn 1929; V. Moretti, Sopra alcuni problemi di dinamica economica, in Giornale degli economissti, luglio 1929; H. L. Moore, Economic Cycles: their law and cause, New York 1914; R. A. Lehfeldt, The Elasticity of demand for wheat, in Economic Journal, giugno 1914; H. L. Moore, Elasticity of demand and flexibility of prices, in Journal of American Statistical Ass., marzo 122; Holdbrook Working, Statistical determination of demand curves, in Quarterly Journal of economics, agosto 1925 (contiene un'ampia bibliografia su ricerche induttive riguardo alla dinamica delle domande); H. Schultz, Statistical laws of demand and supply, Chicago 1928; M. Ezekiel, A statistical examination of factors related to lamp prices, in Journal of Political econ., aprile 1927; H. L. Moore, Synthetic Economics, New York 1929.