ABATEMARCO, Domenico
Nato a Lagonegro (Potenza) nel 1796, esercitò per un breve periodo l'avvocatura a Napoli. Esponente della carboneria, fondò la vendita dei "Figli di Filangeri" e nel 1817 partecipò, con il fratello Gabriele, G. Arcovito, R. Macchiaroli e F. M. Gagliardi, ad una riunione tenuta in Pompei, nel corso della quale fu decisa l'istituzione, nella capitale, di un comitato centrale di corrispondenza. Partecipò alla rivoluzione napoletana del 1820-21, rifugiandosi a Malta, con il fratello Gabriele, non appena re Ferdinando fece ritorno a Napoli.
A Malta i due fratelli si legarono col poeta G. Rossetti e con l'ex colonnello F. Capecelatro, i cui figli istruirono nelle lettere italiane. Nel novembre del 1822 sì imbarcarono per Marsiglia, dove rimasero un anno e donde poi si trasferirono a Parigi. Nell'ottobre 1827 si trovavano a Roma, donde, invano, si adoperarono per essere riammessi nel Regno; essi furono, anzi, esclusi anche dall'amnistia concessa il 18 dic. 1830 da Ferdinando II.
Rientrato, col fratello, in patria nel 1831, da Firenze, dove sì erano stabiliti, l'A. riprese la professione e anche l'attività cospirativa, iscrivendosi, sempre col fratello Gabriele, ad una vendita detta "Il sacro giuramento".Nel 1848 fu nominato consigliere di Cassazione e pari del Regno; fece altresì parte della commissione per il regolamento interno della Camera dei Pari e della commissione per la redazione dell'indirizzo di risposta al discorso della Corona.
Abrogate le garanzie costituzionali e sciolte le Camere, l'A. fu allontanato dalla magistratura e solo nel 1860, alla caduta della monarchia borbonica, fu reintegrato nel suo ufficio. Nel gennaio del 1861 fu nominato consigliere di Stato, per ritornare più tardi alla Cassazione. Nelle elezioni del 1861 (VII legislatura) fu eletto deputato per il collegio di Sala Consilina; ma non partecipò attivamente ai lavori parlamentari. Morì a Napoli il 29 aprile 1872.
Bibl.: V. Imbriani, A. Poerio a Venezia. Lettere e documenti del 1848 illustrati, Napoli 1884, pp. 24, 383 ss., 526; Memorie sulle società segrete dell'Italia meridionale e specialmente sui Carbonari, Roma 1904, pp. 208-216; M. Mazziotti, La reazione borbonica nel Regno di Napoli, Milano 1912, pp. 3, 14; Id., La rivoluzione del 1820 in provincia di Salerno, in Arch. stor. della prov. di Salerno, I (1921), p. 292, e II (1922), p. 6; V. Cannaviello, I rivoluzionari irpini del 1828 esuli a Malta, in Arch. stor. di Malta, II (1930), p. 10; M. Manfredi, L. Minichini e la Carboneria a Nola, Firenze 1932, p. 5; V. Cannaviello, Gli Irpini nella rivoluzione del 1820 e nella reazione, Avellino 1940, p. 223; R. Soriga, Le società segrete, l'emigrazione politica e i primi moti per l'indipendenza, Modena 1942, p. 85.