ACQUAVIVA, Domenico
Nato nel 1816 a Castellabate (Salerno) da Giuseppe e da Caterina Gemo, insieme con il fratello Costabile prese parte alla insurrezione del luglio 1848 in Castellabate.
L'A. appartiene a quelle schiere di braccianti che nei moti politici del '48 nel Salernitano tentarono d'inserire le proprie istanze economiche, miranti alla conquista della terra e alla difesa degli usi civici a favore dei contadini poveri, in attuazione dei principi sanciti dalle leggi eversive della feudalità.
Arrestato e processato, il 23 dic. 1851 fu condannato dalla Gran Corte Speciale di Salerno a diciannove anni di ferri; eguale condanna riportò il fratello Costabile. E poiché, durante l'agitazione insurrezionale, erano state saccheggiate le case di alcuni proprietari, l'A. fu condannato ad altri sei anni di relegazione per furto con violenza. Il 6 apr. 1853 subì altra condanna a sei anni di reclusione per tentata evasione dalle prigioni di Castellabate. Rinchiuso nel bagno penale di Procida il 23 maggio 1853, morì nell'ospedale del carcere il 28 settembre dello stesso anno.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Salerno, Gran Corte Criminale, Processi politici, busta 257/R.P. 10, buste 264-265/R.P. 54; A. Monaco, I galeotti politici napoletani dopo il Quarantotto, II, Roma 1932, pp. 528, 579.