ALALEONA, Domenico
Compositore e musicologo, nato a Montegiorgio (Ascoli Piceno) il 16 nov. 1881. Allievo, nella sua città, di A. Bernabei ed altri, iniziò quasi da fanciullo la sua attività musicale suonando l'organo nelle chiese, e assumendo poi nel 1901 la direzione della banda municipale. Iscrittosi al liceo musicale di S. Cecilia in Roma, continuò i suoi studi di composizione con C. De Sanctis, di pianoforte con A. Bustini e G. Sgambati, e di armonia ed organo con R. Renzi, diplomandosi nel 1906.
Si distinse nel saggio finale di composizione con un poemetto per soli, coro e orchestra, Attollite portas, su parole di A. Graf. Nel 1907 si laureò in lettere all'università di Roma con la tesi Studi su la storia dell'Oratorio musicale in Italia, uno dei più importanti e basilari lavori sull'argomento, che, riveduto ed ampliato, fu edito nel 1908 e più volte ristampato. Dal 1907 al 1911 fu insegnante di canto corale nella Scuola nazionale di musica diretta da P. Mascagni, e direttore della società corale "Guido Monaco" di Livorno, vincitrice del primo premio al concorso internazionale di Marsiglia (1907), e del coro dell'Augusteo di Roma (1910). Nel 1912 venne eseguito, dapprima all'Augusteo di Roma (21 marzo) e poi alla Scala di Milano, l'intermezzo dell'opera Mirra, in due atti e un intermezzo, dal quarto e quinto atto della tragedia alfieriana, che l'A. concepì come "mito della bellezza innocente straziata", e che condusse a termine nel 1913. Riconosciuto il suo valore, tra numerose discussioni, l'opera fu presentata nello stesso anno al concorso del comune di Roma e nella stagione teatrale 1915-16 fu inclusa nel programma del teatro Costanzi di Roma, dove fu rappresentata alcuni anni dopo (31 marzo 1920). Dal 1912 l'A. resse la cattedra di estetica e storia della musica nel conservatorio di S. Cecilia a Roma. Fu uno dei fondatori della Società nazionale di musica moderna, e nel 1926 istitui il "Gruppo dei madrigalisti romani", composto di sceltissimi cantori, che diresse in vari concerti a Roma e in altre città. Ispettore per il canto corale nelle scuole di Roma, organizzò il primo concorso nazionale di canto corale (1927). Numerosi i concerti sinfonico-vocali, per i quali compose anche alcune musiche, da lui organizzati e diretti alla Filarmonica Romana, alla Casa del soldato, alla sala Borromini, a S. Cecilia e all'Augusteo. Per vari anni critico musicale dei giornali Il Mondo e Il Lavoro d'Italia, l'A. fu anche collaboratore di molti periodici e riviste: Nuova Musica, Rivista musicale italiana, Il Pianoforte, Orfeo, Ars Nova, Harmonia, La Rassegna d'Italia, Nuova Antologia, ecc. Ebbe cura inoltre della sezione musicale italiana del Dictionary of modem music and rnusicians di A. Eaglefield-Hull, edito a Londra nel 1924.
Morì nella sua città natale il 28 dic. 1928.
Dedicatosi con intensa energia tanto alla teoria e alla storia quanto alla pratica musicale, l'A. impersonò il tipo del musicista "moderno"; la sua operosità di compositore, direttore d'orchestra e di cori, insegnante, critico e musicologo dette un impuìso fecondo e significativo alla vita musicale italiana del primo quarto del sec. XX. Notevole teorico, l'A. intuì con i suoi studi sull'armonia moderna, primo in Italia, certi aspetti della nuova tecnica musicale (si vedano gli scritti I moderni orizzonti della tecnica musicale. Teoria della divisione dell'ottava in parti uguali, Torino 1911, e L'armonia modernissima: le tonalità neutre e l'arte di stupire, ibid. 1911), che volle in parte attuare nelle sue composizioni, specialmente sinfoniche. Affermatosi però più come critico e musicologo che come compositore, la cui opera, in buona parte medita, attende ancora di essere meglio conosciuta, egli dette carattere veramente scientifico allo studio del materiale storico, realizzando una felice sintesi dell'analisi più rigorosa con una critica vivificata dall'esperienza musicale più vasta. Tutta la sua attività fu animata dalla concezione dell'arte intesa come libertà e modernità assoluta di intendimenti e di mezzi di espressione, ma insieme come "linguaggio materno": da cui la necessità di una "religiosa contemplazione di quanto di vivo e di grande ha il nostro patrimonio musicale di tutti i tempi" (Linguaggio materno ed umanità musicale. Lettera aperta a Vittorio Gui, in Harmonia, 1914 fasc. IV, e Il Rinascimento musicale italiano e Giacomo Carissimi, in Nuova Antologia, giugno 1914). Valida testimonianza del suo ideale fu il continuo prodigarsi per la rievocazione e la riaffermazione della sinfonia vocale del rinascimento italiano e la rinascita del canto corale in Italia. A tal proposito sono da ricordare gli importanti saggi Su Emilio de' Cavalieri, la Rappresentazione di Anima et di Corpo e alcune sue conz posizioni inedite, in Nuova Musica, maggio e giugno 1905, più tardi inserito negli Studi sulla storia dell'Oratorio già citati, Le laudi spirituali italiane nei secoli XVI e XVII, e il loro rapporto con i canti profani, in Riv. mus. Italiana, 1909, fasc. 1, Il Cicalamento delle donne al bucato di Alessandro Striggio, trascrizione in partitura moderna in Riv. mus. Italiana, 1905, fasc. 4, e 1906, fasc. 1-2, Il carbone bianco musicale italiano (per la rinascita dell'arte corale), in Musica d'oggi, settembre 1919, e la trascrizione ed interpretazione di madrigali e canzoni di Giovanni Pierluigi di Palestrina, O. Vecchi, A. Banchieri, L. Marenzio, di anonimi, ecc. Fra le sue composizioni, degne di rilievo sono le giovanili Albe, sei canti per una voce e pianoforte, le quindici Melodie pascoliane per canto e pianoforte o orchestra, due Canzoni italiane per archi, arpa, celesta e timpani, La città fiorita, cinque "impronte" per pianoforte, sei Canzoni italiane per quartetto d'archi, e in particolare le quattro Canzoni italiane per archi, arpa e fiati (Sinfonietta italiana prima - mondana -, Cor dolente; Canzone dei giocatori a palla; La ninfa e il pastore; Primavera d'amore), e le quattro Laudi Italiane per archi, flauti e trombe (Sinfonietta italiana seconda - spirituale -; Prima laude di Natale; Seconda laude di Natale; Terza laude di Passione; Quarta laude di Pasqua), l'Alleluia per coro a quattro voci femminili e orchestra, la Messa da requiem a quattro voci, e, l'ultima sua composizione (1927), il Cantico di Frate Sole di S. Francesco d'Assisi per coro di voci pari, orchestra e organo, pubblicato la prima volta nell'A imanacco delle Missioni Francescane (1928), assai conosciuto ed eseguito ancor oggi dai cori degli ordini francescani.
Bibl.: Oltre ad alcune notizie fornite direttamente dalla famiglia: A. De Angelis, Diz. dei Musicisti, Roma 1938, pp. 19-21 (con elenco delle opere); Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll. 277-278 (con bibl.); Enciclopedia dello Spettacolo, I, coll. 208 s.; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, Milano 1959, p. 17.