ARENA, Domenico
Nacque a Cosenza nei primi anni del sec. XVII, in una famiglia della classe media, appartenente all'ordine degli Onorati Cittadini, che aveva dato in passato due sindaci alla città, Agostino, nel 1547-1548, e Orazio, nel 1592, e ne dette poi un terzo, Scipione, nel 1653. L'A., probabilmente figlio di Francesco, si addottorò in diritto e fu membro defl'Accademia Cosentina. Scrisse una storia dei moti, che, nel 1647, sull'esempio defl'insurrezione di Napoli, scoppiarono anche a Cosenza.
Il manoscritto, rimasto a lungo inedito, finì nelle mani di uno dei massimi esponenti della nobiltà calabrese, il duca di Verzino Nicola Cortese. Compromesso questi nella éongiura antispagnola del principe di Macchia, fu nominato amministratore dei suoi beni confiscati il cosentino Lorenzo Novells, che rinvenne e riportò in luce il documento, in seguito affidato a Stefano Riccio, il quale lo copiò aggiungendo alcune note al testo. Il manoscritto fu infine pubblicato da Giuseppe De Blasi, Istoria delli disturbi e rivoluzioni accaduti nella città di Cosenza e Provincia nelli anni 1647 e 1648, in Arch. stor. per le Prov. napol., 111 (1878), pp. 255-290, 425-469, 646-676; IV (1879), pp. 3-32.
Nella sua Istoria l'A. narra gli avvenimenti che portarono una frazione degli Onorati Cittadini ad allearsi con la plebe cosentina contro i tradizionali rivali della Piazza dei nobili. Appartenente alla frazione moderata degli Onorati, rimasta neutrale nella contesa, l'A. si compiace di mettere in evidenza gli eccessi delle due parti, traendone motivo per vantare i vantaggi della pace sociale e dell'unità civica. La posizione moderata non esclude tuttavia la faziosità dal manoscritto dell'A., il quale pertanto non sempre si mostra attendìbile, mentre uno stile oscuro e faticoso ne rende dffficile, e in qualche caso anche inintelligibile, la lettura.
Fonti e Bibl.: E. Gafii, Cosenza seicentesca nella Cronaca del Frugali, Roma 1934, pp. 15, 22 , 61; D. Andreotti, Storia dei Cosentini, II, Napoli 1869, pp. 432 S., 4,50 S.; V. G. Galati, Gli scrittori delle Calabiie, I, Firenze 1928, p. 208.