BARTOLINI, Domenico
Nacque a Roma il 26 ag. 1880 da Achille e da Giuseppina Aprili. Dopo essersi dedicato allo studio della pittura e della tecnica dell'acquaforte - un suo quadro nel 1904 fu esposto all'Accademia di S. Luca e, poco dopo, una sua serie di stampe venne accolta alla Biennale - si diplomò geometra, impiegandosi nel Genio civile. Nel 1908 vinse il concorso per l'istituendo posto di economo della Camera dei deputati; rimase in tale carica, impostando il nuovo ufficio, fino al 1920. In quell'anno venne assunto presso la direzione del Banco di Roma a organizzare l'intendenza centrale della banca.
Nel 1923 il B. fu chiamato, per le sue riconosciute capacità di organizzatore e amministratore, a ricoprire la carica di provveditore generale dello Stato allora istituita dal ministro A. De Stefani, carica che tenne fino al 1943.
Si trattava di organizzare un ufficio centrale cui competesse direzione e controllo dei servizi regolatori delle provviste dello Stato e l'amministrazione dei beni immobili patrimoniali statali. Il B. ebbe così anche a occuparsi della sistemazione (1923) dello Stabilimento tipografico della guerra, dell'amministrazione (1930-34)del Demanio pubblico e dei canali demaniali, della direzione (1924-1943) dell'Officina carte valori dello Stato, della istituzione e della direzione (1923-43) della Libreria dello Stato e (1928-43) dell'Istituto poligrafico dello Stato.
Nel 1933, in seguito al riordinamento del già Istituto G. Treccani, fondato nel 1925 e confluito poi, nel 1931, nella Società Treves-Treccani-TununineW, veniva costituito l'Istituto per l'Enciclopedia Italiana fondata da G. Treccani; al B. fu allora affidata la direzione generale: egli ne elaborò il nuovo statuto, riorganizzò la parte finanziaria, creò l'ufficio vendita, ecc. Nominato senatore nel 1939, alla caduta del governo fascista il B. fece parte, dal 26 luglio 1943, come ministro delle Finanze, del primo gabinetto Badoglio. La sua relazione sulla situazione finanziaria, tenuta il 5 agosto al Consiglio dei ministri, contribuì a documentare la opinione pubblica sulla insostenibile gravità della crisi: di fronte a circa 49 miliardi di entrata, la spesa oltrepassava i 135 miliardi - 81 dei quali per spese di guerra - mentre il debito pubblico aveva oltrepassato i 405 miliardi. Cessò formalmente dalla carica l'ii febbr. 1944, ma già dopo l'8 sett. 1943, coi passaggio del re e di Badoglio a Brindisi, aveva dovuto cessare.di fatto e sottrarsi alla cattura disposta dal governo fascista repubblicano.
Chiamato nel 1947 a riassumere le funzioni di direttore generale dell'Istituto per l'Enciclopedia Italiana, il B., con coraggiose iniziative, riusciva a risolverne la grave crisi fìnanziaria, conseguente alla svalutazione e apparentemente insuperabile, e ad impostare i nuovi piani editoriali, relativi alla seconda Appendice,al Dizionario Enciclopedico e al Dizionario Biografico degli Italiani. Nel 1948, con sentenza 7 luglio della Corte di Cassazione, veniva annullata la sua decadenza dal titolo di senatore, già disposta con ordinanza 21 ott. 1944 dall'Alta Corte di Giustizia.
Morì a Roma il 5 apr. 1960.
Fonti e Bibl.: Notizie fornite dalla famiglia; si veda anche Enciclopedia Italiana, App. II, 1, p. 362.