BUTI, Domenico
Pittore, nato a Firenze in un anno a noi ignoto, attorno alla metà del sec. XVI e morto nella prima decade del maggio 1590. Fu immatricolato all'Accademia del disegno, insieme con Nicolò Betti, l'8 ag. 1576, data che può segnare l'inizio della sua attività indipendente, ma non certo quella del suo dipingere, se già sei anni prima egli era in grado di eseguire uno dei pannelli dello studiolo di Francesco I (Firenze, Palazzo Vecchio), la Fonderia o, piùprecisamente, la Distilleria, che è firmata e datata "Dominicus de Butis faciebat 1570".
Notizie d'archivio, pubblicate dal Colnaghi, lo fanno allievo di Santi di Tito, ma il dipinto dello studiolo lo rivela piuttosto seguace del Bronzino, in parallelo ad Alessandro Allori, per il rigido nitore con cui sono tornite le figure ed è scandito il porticato che separa il primo piano dal fondo, senza l'apertura naturalistica propria del Titi. Non è escluso che un errore nell'indicazione del maestro sia dovuto all'omonimia con Lodovico Buti, che senza dubbio fu allievo di Santi.
Oltre a questa opera solo un'altra resta ad attestarci l'attività del B.: uno degli affireschi con cui fu decorato, all'incirca tra il 1580 e il 1584, il chiostro grande di S. Maria Novella a Firenze. Molto rovinata, la lunetta rappresenta S. Domenico che porta in processione l'immagine della Vergine. In questi stessi anni il pittore fu eletto due volte, nel 1581 e nel 1584, console dell'Accademia del disegno. Non risulta una sua parentela col più documentato Lodovico Buti.
Bibl.: V. Fineschi, Il forestiero istruito in S. Maria Novella, Firenze 1790, pp. 57, 89; F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico-artistico-critica della città e contorni di Firenze, Firenze 1850, p. 524; D. E. Colnaghi, A Dictionary of Florentine painters…, London 1928, p. 60; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, 6, Milano 1933, pp. 438-40, fig. 248; Mostra del Cinquecento toscano in palazzo Strozzi (catal.), Firenze 1940, p. 185.