CARPANI (Carpane, Carpano, de Carpanis), Domenico
Nato a Napoli, fu attivo nella seconda metà del sec. XV. Ben poco sappiamo della sua vita: appartenne inizialmente all'Ordine dei domenicani, ma non ci sono rimaste testimonianze piùprecise su questa fase, che, in ogni caso, non dovette essere molto lunga, e in cui, comunque, non pubblicò nulla (Alva, p. 364). In seguito il C. vestì l'abito francescano: non conosciamo la data della sua entrata nell'Ordine, cui appartenne certamente dal 1476.
In quell'anno, infatti, il C. terminò il suo De nutrienda memoria, dedicato ad un "magister" Salvatore de Peregrinis de Maida e finito di stampare il 16 dicembre dello stesso anno a Napoli. Nel prologo dell'opera il C. ricorda il suo stato di frate dell'Ordine dei frati minori (Gesamtkatalog der Wiegendrucke, n. 6.139). Intorno al 1492 pubblicò un'Expositiopraeceptorum Aristotelis de memoria etreminiscentia, chevenne stampata a Napoli, ad opera dello stampatore Christian Preller (ibid.);quattro anni dopo, nel 1496 (e non nel 1485, come sostiene erroneamente C. Minieri Riccio nelle sue Memorie storiche…, p.88) diede alle stampe, in italiano, la sua opera più nota: la Epistola… degli stilliferi sermoni dela conceptione de la gloriosa et beata virgine Maria, dedicata alla "…Serenissima Regina del Regno di Napoli Madonna Johanna de Aragona" (Gesamtkatalog der Wiegendrucke, n. 6.140). L'opera venne stampata a Napoli, ad opera di Ayolfo Cantono (Aiolfo Cantoni) di Milano.
A partire da questa data non abbiamo più alcuna notizia dell'attività del Carpani. Ignota è anche la data della sua morte.
La personalità culturale del C. non sembra di grande statura: tuttavia le sue opere presentano un certo interesse. Esiste comunque una netta differenza, nello stile come nel contenuto, fra i trattati latini ed i Sermoni in lingua volgare. Mentre i primi, infatti, sono improntati al rigore scientifico della tecnica filosofica aristotelica (appresa probabilmente dal C. durante il periodo del suo apprendistato tomista nell'Ordine domenicano) ed hanno il carattere di opere chiaramente specialistiche, in rapporto alla loro epoca, dedicate ad un problema circostanziato e destinate ad un numero limitato di lettori; i secondi, invece, appaiono, se non come un'opera di divulgazione, come un testo che doveva esser letto da un pubblico ampio, vario e non del tutto esperto dei problemi trattati, anche se non certo incolto, né tanto meno "popolare". Sia il De nutrienda memoria che il De memoria et reminiscentia riprendono a distanza di quindici anni l'uno dall'altro lo stesso argomento, il primo in termini più generali ed il secondo nella forma più serrata del commento ai testi: e cioè, l'esposizione critica del problema, scientifico ed insieme filosofico, della memoria e del ricordo, secondo la concezione di Aristotele e la tradizione dei commenti aristotelici; in particolare il secondo testo si occupa di un'operetta presunta aristotelica su questo argomento, di cui sono messe in discussione sia l'attribuzione sia l'autorevolezza. Nei Sermoni, invece, il C., pur senza rinunciare agli strumenti tipici della disputa scolastica, si accosta all'argomento centrale, la concezione di Maria, su di un piano più colloquiale e parenetico, dandoci un'opera di carattere pastorale, il cui tema più "umano" ed il cui stile omiletico si prestavano ad essere intesi da un vasto pubblico. La dedica alla regina Giovanna di Aragona ed il prestigio di una edizione di rilievo, per merito della famosa officina tipografica del Cantoni, testimoniano dell'impegno di diffusione profuso dal C., che evidentemente in quel momento era in una posizione di maggior autorità, o comunque in buoni rapporti con la corte. Non a caso i Sermoni sono rimasti la sua opera più conosciuta.
Bibl.: P. de Alva y Astorga, Sol veritatis,cum ventilabro serafico, pro candida Aurora Maria in suo conceptionis ortu…, Matritii 1660, pp. 264, 275, 279; J. Quetif-J. Echard, Scriptores Ordinis praedicatorum recensiti notisque historicis et criticis illustrati, I, Lutetiae Parisorum 1719, p. 908; C. Minieri Riccio, Mem. stor. degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1884, p. 88; G. Sbaralea, Supplementum et castigatio ad scriptores trium Ordinum Sancti Francisci a Waddingo aliisve descriptos, I, Romae 1908, p. 235; L. Thorndike, Further incipits of mediaeval scientific writings in Latin, in Speculum, XXVI(1951), p. 657; Gesamtkatalog der Wiegendrucke, VI, coll. 207 s.