PROMIS, Domenico Casimiro
PROMIS, Domenico Casimiro. – Nacque a Torino il 4 marzo 1804 da Matteo e da Felicita Burquier.
Il padre, esponente di una cospicua famiglia originaria di Mondovì, era tesoriere della Zecca torinese. La madre proveniva dalla Savoia. Ebbero un secondo figlio maschio: Carlo, futuro archeologo e architetto di fama.
Nel 1823, alla morte del padre, Domenico gli si avvicendò come cassiere della Zecca e poté ingrandire la sua collezione di monete antiche, iniziata negli anni dell’adolescenza, acquistando i pezzi fuori corso trasmessi al suo ufficio. Negli anni Trenta fu tra i principali artefici dell’allestimento, presso il Palazzo Reale di Torino, di raccolte pubbliche di armi, libri, monete e altre antichità, promosso da Carlo Alberto per esaltare la funzione storica della dinastia sabauda. Nel 1832 il re acquistò la parte della sua collezione numismatica riguardante Piemonte e Savoia e lo nominò «conservatore delle medaglie di S.M.». Da allora Promis si dedicò ad accrescere, catalogare e ordinare le raccolte reali di monete e sigilli, che confluirono tra il 1835 e il 1838 nel Regio medagliere di Palazzo Reale. L’acquisizione di monete e sigilli antichi fu tra gli scopi dei tre viaggi di studio da lui compiuti attraverso Stati italiani e stranieri fra il 1832 e il 1834, insieme con Luigi Cibrario; viaggi intesi principalmente alla «ricerca di documenti inediti atti ad illustrare la storia della monarchia di Savoia» (L. Cibrario - D.C. Promis, Sigilli de’ principi di Savoia, Torino 1834, p. V). Nel 1837 fu chiamato a dirigere la Biblioteca Reale, istituita nel 1831 e allestita tra il 1832 e il 1842.
Come direttore accrebbe esponenzialmente la raccolta e ne precisò il carattere specialistico, dividendola in quattro classi (topografia e arte militare, statuti italiani, viaggi e belle arti); procurò l’acquisizione di fondi documentari e iconografici privati, come le carte di Giuseppe Vernazza e nel 1839 i disegni della grande collezione Volpato.
Dal 1838 fu socio dell’Accademia delle scienze di Torino e di altri sodalizi scientifici europei. Nello stesso anno sposò la nobile Marianna Borbonese, da cui ebbe quattro figli: Vincenzo (succedutogli nell’amministrazione del Medagliere e della Biblioteca Reale), Enrico, Fanny e Teofila.
Negli anni Quaranta, Promis – fautore di un «principato assoluto […] progressivo e illuminato» (Ricci, 1874, p. 517) – manifestò la sua adesione agli orientamenti di Carlo Alberto anche con azioni dai più netti connotati politici. Come censore (carica detenuta fino al 1847) autorizzò la circolazione in Piemonte del Primato morale e civile degli Italiani di Vincenzo Gioberti, degli Ultimi casi di Romagna di Massimo d’Azeglio e delle Speranze d’Italia di Cesare Balbo. Nel 1844 disegnò per Carlo Alberto una medaglia celebrativa raffigurante un’aquila ghermita da un leone che portava le armi sabaude, insieme con i busti di illustri artisti e letterati italiani. Fu precettore per le discipline storiche dei due figli di Carlo Alberto, Vittorio Emanuele e Ferdinando. Dopo gli eventi politici del 1848-49 si dedicò quasi esclusivamente alle ricerche scientifiche e all’amministrazione del Medagliere e della Biblioteca Reale.
Tra i membri più attivi della Deputazione sopra gli studi di storia patria di Torino fin dalla sua fondazione (1833), Promis ne sarebbe diventato vicepresidente nel 1864. Come deputato aveva eseguito due viaggi di studio (1833-34) e contribuito alla collana degli Historiae patriae monumenta. Nel 1860, con l’appoggio di Cibrario, ottenne dalla Deputazione – che ambiva a estendere la sua influenza sui territori di recente annessione – l’avvio di una nuova collana, dedicata all’edizione di fonti storiche riguardanti l’intero territorio della penisola: la Miscellanea di storia italiana. Dopo il 1861, la limitazione delle competenze della Deputazione alle «antiche provincie» e alla Lombardia impedì la creazione di una rete solida di corrispondenti della collana su scala nazionale; Promis lavorò in sostanziale isolamento all’assemblaggio di quindici volumi (usciti tra il 1862 e il 1874), in cui prevalevano i saggi di storia subalpina e lombarda.
La produzione scientifica di Promis abbracciò i campi della numismatica, della sfragistica e dell’edizione di fonti, ripartendosi in due fasi, prima e dopo la cesura del 1849. I lavori della prima fase si incentrarono sulla pubblicazione e sullo studio delle fonti di varia natura riguardanti i primi secoli della dinastia sabauda. Due studi degli anni Trenta, scritti con Cibrario, vertevano sui documenti, sulle monete e sui sigilli rinvenuti dai due studiosi nel corso dei loro tre viaggi di studio. Il primo, Documenti sigilli e monete appartenenti alla storia della monarchia di Savoia (Torino 1833), presentava gli esiti del primo viaggio, insieme con una breve dissertazione su Umberto I Biancamano, capostipite di casa Savoia. Servendosi dei documenti da essi esaminati in archivio e di altri tràditi da Samuel Guichenon – non sempre sottoposti a vaglio critico – gli autori confutarono la tesi dell’ascendenza sassone di Umberto e ne fecero un figliastro del re di Borgogna Rodolfo III. Più ampio e meglio riconducibile a Promis fu il saggio di sfragistica premesso all’altra opera pubblicata con Cibrario, Sigilli de’ principi di Savoia, che ricostruiva la storia, la tecnica e il valore diplomatico e araldico dei sigilli sabaudi. All’inizio degli anni Quaranta Promis dedicò altri due lavori alle fonti narrative e numismatiche della storia di casa Savoia. Sulle prime era incentrato il primo tomo Scriptorum degli Historiae patriae monumenta (Torino 1840), in cui erano edite, con introduzioni di Promis, le più antiche cronache sabaude. In Monete dei reali di Savoia (Torino 1841), Promis diede ampio spazio a dissertazioni di storia istituzionale ed economica sull’evoluzione delle zecche sabaude e dei tassi di cambio monetari, stimolate dalle parallele ricerche di Cibrario.
Dopo il 1849 la centralità delle vicende di casa Savoia negli studi di Promis si attenuò a vantaggio della storia locale piemontese e italiana. I saggi numismatici e sfragistici furono intesi alla presentazione e alla contestualizzazione storica di reperti del Regio medagliere, con interesse prevalente per il Medioevo e la prima età moderna. Dal 1852 pubblicò a Torino, con il titolo di Monete del Piemonte inedite o rare, vari studi sulle «monete inedite de’ bassi tempi spettanti al Piemonte e che si conservano nel Medagliere» (p. 3). Studiò, tra l’altro, la storia e la numismatica pontificie dell’Alto Medioevo, esaminate in Monete dei romani pontefici avanti il Mille (Torino 1858); opera in cui professava l’adesione, ormai anacronistica, alla visione manzoniana del Papato come provvidenziale difensore dell’Italia dalla «barbarie longobarda». Nell’ultimo decennio di vita – in parallelo con l’opera della Miscellanea – pubblicò alcune Memorie numismatiche relative all’intero territorio italiano, traendo spunto dalle nuove acquisizioni del Medagliere. Un analogo sforzo di collocare lo studio delle raccolte sabaude entro un orizzonte scientifico nazionale riguardò la sfragistica: nel 1870, dalle pagine della Miscellanea, Promis auspicò la costituzione di una «società per pubblicare tutti i sigilli di qualche importanza appartenenti alla penisola anteriori al XVII secolo» (Sigilli italiani illustrati, in Miscellanea di storia italiana, s. 1, IX, Torino 1870, p. 321). Il passaggio dalla storia dinastica sabauda alla storia piemontese e italiana interessò anche le edizioni di fonti curate dopo il 1849, che riguardarono gli scritti latini di Giovanni Morone (editi con Giuseppe Müller nel 1863) e varie cronache municipali subalpine, pubblicate tra il 1862 e il 1871.
Morì a Torino il 6 febbraio 1874.
Fonti e Bibl.: Torino, Biblioteca Reale, Archivio Promis, scat. 5-10; Archivio della Deputazione subalpina di storia patria, f. 189. Inoltre: C. Danna, Commemorazione del commendatore D. P., Torino 1874; M. Ricci, D. C. P., in Archivio storico italiano, s. 3, XIX (1874), pp. 514-519; L. Tettoni, Della vita e delle opere del commendatore D. P. Memorie storiche, biografiche e bibliografiche con documenti inediti, Torino 1874.
A. Manno, L’opera cinquantenaria della R. Deputazione di storia patria di Torino. Notizie di fatto storiche, biografiche e bibliografiche sulla R. Deputazione e sui deputati nel primo mezzo secolo della fondazione, Torino 1884, pp. 343-346; G.P. Romagnani, Storiografia e politica culturale nel Piemonte di Carlo Alberto, Torino 1985, ad ind.; Il medagliere del Palazzo Reale di Torino. Storia e restauro della sala e delle collezioni, a cura di A. Guerrini, Roma 2013; P. Buffo, Edizioni di fonti storiche nella Torino postunitaria: la “Miscellanea di storia italiana”, in Codici, strutture e pratiche della ricerca medievistica dall’Unità alla Grande Guerra, a cura di P. Carlucci, in corso di stampa.