CERATO (o Cerati), Domenico
Architetto e scrittore, nato, a Mason di Vicenza nel 1720, morto a Padova nel 1792. Era figlio di Bernardo Fradellini, ma si chiamò col cognome del padre adottivo. Sacerdote, si diede all'architettura, che praticò dapprima in Vicenza, dove costruì l'atrio e la grande scala del monastero di S. Felice e più tardi il palazzo Trissino dal Vello d'oro. Ivi tenne anche scuola privata di architettura con numerosi allievi, tra cui Ottone Calderari. Cresciuto in fama, passò nel 1765 a Padova col titolo di "pubblico architetto" alla cattedra universitaria di architettura civile per lui istituita, e attese dal 1767 al 1777 alla costruzione dell'Osservatorio astronomico, retto allora dal suo amico Giuseppe Toaldo. Nel 1771, in seguito a istanza presentata al governo veneziano dai gastaldi dei falegnami, dei muratori e dei tagliapietra, fu dai Riformatori dello Studio decretata anche l'istituzione di una scuola festiva popolare di arti e mestieri e ad essa fu preposto il C., che espose per le stampe il suo Piano per questi studî (Padova 1771). Molte opere architettoniche rimangono di lui in Padova e altrove, tra cui meritano nota l'ospedale civile e il celebre Prato della valle ridotto da palude a una delle più belle e grandi piazze d'Europa. Pubblicò un Nuovo metodo per disegnare li cinque ordini di architettura civile (Padova 1784).
Bibl.: Oltre la bibl. indicata da S. Rumor, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VI, Lipsia 1912, vedi anche: G. Dandolo, La caduta della repubblica di Venezia, Venezia 1857, II, p. 89 seg.; Scuola degli artieri in Padova, Venezia 1864; Savi, Raccolta di memorie patrie (1884).