DE PAOLI, Domenico
Nacque a Valdagno (Vicenza) l'8 giugno 1894 da Angelo e Francesca Tiso. Praticamente autodidatta, nel 1915 studiò pianoforte e composizione con G. F. Malipiero a Venezia. Nel 1920 conobbe A. Casella con cui strinse rapporti di amicizia e in seguito di collaborazione.
Studiò poi musicologia con Giulio Bas e G. Benvenuti. Iniziata l'attività di compositore, che abbandonò quasi subito rinnegando tutte le sue composizioni, si dedicò alla direzione d'orchestra e, dopo aver organizzato e diretto i concerti da camera dell'Istituto d'arte e d'alta cultura a Milano (1923-25), affrontò la carriera di critico musicale. Dal 1929 divenne redattore della rivista Musica d'oggi di Milano. Recatosi poi in Francia, nel 1931 si stabilì a Parigi ove svolse prevalentemente attività di conferenziere orientando le sue ricerche sulla musica italiana contemporanea. Entrato in contatto con le maggiori personalità del mondo della cultura, prese parte attiva alla vita musicale parigina e nel 1937 fu tra l'altro mediatore dell'incontro tra L. Dallapiccola e Antoine de Saint-Exupéry, di cui il compositore italiano voleva musicare Vol de nuit. Rientrato in Italia nel 1940, si stabilì a Roma e collaborò come critico musicale ai quotidiani IlGiornale della sera (1945-50) e La Giustizia (1951-52), a varie rubriche radiofoniche e a riviste italiane e straniere, tra cui La Rassegna musicale, La Revue musicale, Music and letters, Chesterian, Modern Music.
Dedicatosi agli studi musicologici e in particolare alla musica italiana contemporanea, contribuì alla divulgazione delle opere di numerosi musicisti, tra cui il Dallapiccola, del quale presentò a Roma (10 nov. 1944) la prima esecuzione dei Sex Carmina Alcaei, procurando al compositore, assente da Roma per le difficoltà di comunicazione dovute alla guerra, "una delle felicità più rare" della sua vita (in Un ricordo - La prima esecuzione dei Sex Carmina Alcaei, programma di sala del concerto dell'Accademia Filarmonica romana al teatro Eliseo, 3 genn. 1949).
Studioso appassionato e divulgatore della musica nuova e di tutte le esperienze che potessero contribuire al rinnovamento del linguaggio musicale, riuscì a "valutare serenamente, nelle sue critiche, le ragioni del pubblico" e fu tra i pochi critici italiani a "intendere positivamente il teatro di G. C. Menotti" (F. D'Amico).
Il suo lavoro più importante, La crisi musicale italiana (1900-1930), edito a Roma nel 1939rimane tuttora una delle più attente ricostruzioni della musica italiana del Novecento; in esso il D. è riuscito ad individuare tutte le tendenze della musica italiana contemporanea, compreso il teatro, definendo in particolare i tentativi di rinnovamento musicale manifestatisi nel nostro paese tra il 1860e gli anni Trenta; la sua attenzione si rivolse soprattutto alla rinascita strumentale e a tutti i musicisti che ad essa contribuirono e dei quali analizzò la produzione con ricchezza di particolari e serenità di giudizio. L'individuazione delle personalità più significative che, pur nella generale incomprensione, stavano contribuendo alla rinascita musicale - da Pizzetti a Malipiero, Alfano, Casella, Respighi, Tommasini e tanti altri - lo portò alla definizione dei caratteri della nuova musica italiana, considerata nell'ambito dell'esperienza musicale europea.
Oltre a La crisi musicale italiana il D. pubblicò "Louise" di Charpentier, guida musicale (Milano 1922); I. Stravinskij. Da L'Oiseau de feu a Persefone (ibid. 1931; 2 ed. Torino 1935); C. Monteverdi (ibid. 1945); La musica contemporanea (Roma 1952); L'opera italiana dalle origini fino all'opera verista (ibid. 1954); C. Monteverdi (Milano 1979); La crisi musicale italiana mezzo secolo dopo, in Musica italiana del primo Novecento. "La generazione dell'80". Atti del Convegno. Firenze, 9-11 maggio 1980, a cura di F. Nicolodi, Firenze 1981, pp. 281-88. Tra i saggi si ricordano: Orfeo and Pelleas, in Music and letters, XX (1939), pp. 381-98 (trad. in forma ridotta in La Rassegna musicale, XV [1942], pp. 11-22); L'Opéra est-il vraiment mort?, in Rythmes (Alessandria d'Egitto), dic. 1955. Ha curato l'antologia Sonate italiane del sec. XVIII per cembalo o pianoforte, London 1939, e C. Monteverdi, Lettere, dediche, prefazioni, Roma 1973. Ha tradotto dall'inglese: E. Lockspeiser, C. Debussy. La vita e l'opera, Milano 1983.
Tra le sue composizioni si ricordano: Per una favola serena. Sei impressioni musicali per pianoforte (Milano 1932); Soirée dansante, cinque piccole danze (precedute da un'entrata) per pianoforte (ibid. 1932); Pastorale e berceuse per pianoforte a 4 mani (ibid. s. d.), tutte pubblicate dall'editore Ricordi.
Si interessò anche alla musica popolare e trascrisse canti gaelici per canto e pianoforte e per canto e orchestra. Pubblicò inoltre: Dolce sonno dal cielo scendi... Ninne nanne popolari italiane e d'altri paesi, raccolte e armonizzate per canto e pianoforte (Urbino 1954).Morì a Roma il 24 sett. 1984.
Bibl.: Recens. in Rivista musicale italiana, XLIV (1940), p. 122; F. D'Amico, D. D., in Enc. dello spett., IV, Firenze-Roma 1957, coll. 487; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, II, Busto Arsizio 1983, pp. 702, 721, 729, 761-764, 786, 809, 843, 882, 889, 972, 999, 1268; F. Nicolodi, Musica e musicistinel ventennio fascista, Fiesole 1984, p. 136; D. Kämper, L. Dallapiccola, Firenze 1985, pp. 53, 98; A. Della Corte-G.M. Gatti, Diz. dimusica, Torino 1956, p. 182; Chi è? 1940, p. 331; Diz. Ricordi della musica e dei musicisti, p. 382; Enc. della musica Rizzoli Ricordi, II, p. 272; Diz. encicl. della musicae dei musicisti, Le biografie, II, p. 461.