FIORITTO, Domenico
Nacque a Sannicandro Garganico il 3 ag. 1872 da Antonio e da Cestina Bertosa, in una famiglia della ricca borghesia terriera che vantava tradizioni patriottiche e repubblicane negli anni del Risorgimento. Compiuti i primi studi a Foggia, si trasferì a Napoli, dove conseguì la laurea in giurisprudenza.
Dopo una breve esperienza repubblicana, nella quale aveva avuto grande influenza il magistero di G. Bovio, il F., nel 1894, si avvicinò al partito socialista e nel marzo 1897, arruolatosi nella formazione di A. Cipriani, partecipò allo scontro di Domokos in Tessaglia nella guerra per l'indipendenza della Grecia dai Turchi. Rientrato in Italia, si dedicò all'organizzazione del movimento operaio e socialista in Capitanata, contribuendo alla formazione di associazioni e leghe di resistenza, in cui cercava di favorire la coscienza di un nesso tra la questione economica e l'attuazione di un disegno politico socialista.
Nell'aprile del 1902, a coronamento di un lungo e proficuo lavoro esplicato in tutta la provincia, fu tra gli organizzatori del primo congresso regionale dei contadini pugliesi, tenutosi a Foggia.
In esso il F. presentò due relazioni, sulle leghe di resistenza e sul diritto di voto. Il congresso costituì un momento importante, perché in quella sede vennero costituite la federazione dei contadini e la Camera dei lavoro provinciale: il movimento contadino pugliese usciva quindi dallo stato di precarietà in cui si era mosso fino ad allora assumendo dignità di organizzazione.
Tra i maggiori rappresentanti del movimento socialista regionale, sostenitore della corrente integralista di E. Ferri, il F. intervenne nel dibattito ideologico sorto all'interno del PSI pugliese e meridionale nei primi anni del secolo e contribuì, anche in sede nazionale ad evidenziare il grado di arretratezza delle organizzazioni politico-economiche e a stiginatizzare i limiti del contributo dato dal partito alla diffusione del movimento nelle regioni meridionali.
Nel settembre del 1908, al X congresso del PSI (Firenze), il F., dopo aver affiancato G. Salvemini nella direzione del comitato nazionale per il suffragio universale, firmò l'odg della corrente rivoluzionaria, entrando nella direzione nazionale; ebbe eguale mandato anche nel XIII congresso di Reggio Emilia (luglio 1912).
Nell'intervallo tra le due assemblee il F. si era allontanato dalla vita politica, dedicandosi alla professione di avvocato. Non è da escludere che alla base di questa decisione fosse stato l'attentato contro di lui verificatosi durante un suo comizio quale candidato alle elezioni provinciali (1910): alcuni "mazzieri" avevano sparato verso il podio, ferendo gravemente un operaio. Probabilmente tale episodio lo indusse ad una pausa di riflessione, per rimeditare metodi e strategie di lotta.
Ritornato nell'agone politico al congresso socialista pugliese (Bari, 21 apr. 1912), nel 1913 fu candidato alle elezioni generali nei collegi di Sannicandro Garganico e Foggia, ma, pur conseguendo i socialisti un successo superiore al previsto, non riuscì eletto.
Nel 1914 al congresso nazionale del PSI, svoltosi ad Ancona, il F. fu accusato di appartenere alla massoneria e in seguito all'approvazione dell'odg Zibordi-Mussolini - che accoglieva il risultato di un referendum effettuato nella base, ma disertato da più della metà degli iscritti - fu costretto a dimettersi dal partito. La vicenda ebbe grande risonanza in Capitanata. Un congresso straordinario, convocato a Cerignola il 15 nov. 1914, prendeva atto con disappunto delle dimissioni del F., che da parte sua rigettò come infondata l'accusa di appartenere alla massoneria.
Nonostante l'allontanamento dal partito, all'entrata in guerra dell'Italia, egli rimase allineato a difesa della neutralità. Nel dopoguerra, rientrato nel PSI solo nel 1920 - dopo che come indipendente era stato eletto consigliere comunale e provinciale di Foggia, non senza aver determinato contrasti tra i socialisti locali sull'opportunità o meno di presentare come candidato un non iscritto al partito -, svolse il suo impegno politico prevalentemente a Roma, dove si era trasferito.
Nell'ottobre del 1921, nel congresso socialista, indetto subito dopo quello di Livorno, il F., legato alla corrente massimalista, fu eletto segretario nazionale.
Collocatosi su una posizione di centro, condannò da un lato il collaborazionismo di F. Turati, invitandolo a non desistere dalla linea politica portata avanti dalla direzione, e dall'altro rintuzzò, fino a quando gli fu possibile, i tentativi di fusione con il partito comunista. Alla vigilia del congresso di Milano (15-17 apr. 1923) era decisamente avverso all'unificazione tra i due partiti della Sinistra. Di fronte al voto compatto della direzione che - riunitasi per ascoltare la relazione della delegazione socialista tornata da Mosca, dove aveva partecipato ai lavori del IV congresso dell'internazionale comunista - proponeva di mettere in discussione la convocazione di un congresso straordinario per decidere sul progetto di fusione predisposto dal Komintern, preferì dimettersi e non prendere parte ai lavori.
Ritiratosi a vita privata, durante il periodo fascista si astenne da ogni attività politica, mantenendo un contegno dignitoso e alieno da compromessi, continuando a svolgere la professione di avvocato e interessandosi ai problemi delle bonifiche pugliesi.
All'indomani della Liberazione, il F. ritornò alla vita politica. Presidente del CLN foggiano e del comitato di agitazione antifascista, intorno a lui si raccolsero tutti i socialisti di Foggia. Partecipò al congresso di Bari del gennaio 1944, nel quale sottoscrisse l'odg unitario che stabiliva la necessità di arrivare alla formazione di un governo con l'adesione di tutti i partiti democratici. Presidente della Amministrazione provinciale di Foggia, fu rappresentante della Puglia nella Consulta nazionale. Alle elezioni per la Costituente (2 giugno 1946) fu eletto nella circoscrizione Bari-Foggia.
Negli ultimi anni della sua vita prese parte ai diversi congressi nazionali del partito e nel 1951 fu proposto alla presidenza del XXIX congresso di Bologna. Eletto nelle elezioni amministrative del 1952 col massimo dei voti, consigliere comunale, nel suo paese natio, fu costretto a rinunciare alla candidatura di sindaco che, per doveroso omaggio, gli era stata offerta.
Morì a Sannicandro Garganico il 25 luglio 1952.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Casellario politico centrale, ad nomen; Roma, Bibl. Fondazione Lelio e Lisli Basso, Carte Fioritto. Cfr. anche R. Mascolo, D. F. e il movimento socialista in Capitanata, Foggia 1979. Inoltre L. Tamburrano, Nell'annuale della morte di D. F. (Orazione pronunciata il giorno 26 luglio 1953), Foggia s.d. [ma 1953]. Sull'itinerario politico del F. nel movimento operaio e socialista pugliese: L. Allegato, Socialismo e comunismo in Puglia, Roma 1971, pp. 13, 48, 59, 73; F. Grassi, Il tramonto dell'età giolittiana nel Salento, Bari 1973, ad Ind.; M. Magno, Lotte sociali e politiche a Manfredonia (fino al fascismo), Napoli-Foggia-Bari s.d. [ma 1973]; M. Pistillo, G. Di Vittorio 1907-1924, Roma 1973, pp. 22, 26, 68, 78, 81, 123; R. Colapietra, La Capitanata nel periodo fascista (1926-1943), Foggia 1978, ad Ind.; M. Magno, Galantuomini e proletari in Puglia dagli albori del socialismo alla caduta del fascismo, Foggia 1984, ad Ind.; Il movimento socialista e popolare in Puglia dalle origini alla Costituzione 1874-1946, Bari 1985, passim. Sul ruolo del F. nel partito socialista italiano: F. Pedone, Il Partito socialista italiano nei suoi congressi, II-III, Milano 1961-63, ad Ind.; La Confederazione generale del lavoro negli atti, nei documenti, nei congressi 1906-1926, a cura di L. Marchetti, Milano 1962, ad Ind.; G. Trevisani, Lineamenti di una storia del movimento operaio italiano..., Milano 1965, ad Ind.; C. Pillon, I comunisti nella storia d'Italia, Roma 1967, ad Ind.; P. Spriano, Storia del partito comunista italiano. Da Bordiga a Gramsci, Torino 1967, ad Ind.; F. Pedone, Il socialismo italiano di questo dopoguerra: 1942-1945, Milano 1968, ad Ind.; D. Veneruso, La vigilia del fascismo. Il primo ministero Facta nella crisi dello Stato liberale in Italia, Bologna 1968, ad Ind.; L. Cortesi, Il socialismo italiano tra riforme e rivoluzione, Bari 1969, ad Ind.; Id., Le origini del PCI, Bari 1972, ad Ind.; T. Detti, Serrati e la formazione del Partito comunista italiano. Storia della frazione terzinternazionalista 1921-1924, Roma 1972, ad Ind.; F. Barbagallo, Stato, parlamento e lotte politico-sociali nel Mezzogiorno 1900-1914, Napoli 1976, ad Ind.; G. De Antonellis, Il Sud durante il fascismo, Manduria 1977, ad Ind.; F. Livorsi, Turati, Milano 1984, ad Ind.; F. Taddei, Il socialismo italiano nel dopoguerra: correnti ideologiche e scelte politiche (1943-1947), Milano 1984, ad Ind.; G. Tamburrano, Pietro Nenni, Bari 1986, ad Ind.; Il movim. operaio ital., Dizion. biogr., II, pp. 365 s.