FISCALI, Domenico
Figlio di Filippo, nacque a Firenze il 19 sett. 1858 (Torresi, 1995). Apprese il mestiere di restauratore a fianco del padre.
Al 1884 risale il suo primo restauro documentato all'affresco di Taddeo di Bartolo nella chiesa di S. Francesco a Pisa. Sempre a Pisa, nel 1885, distaccò in Camposanto la scena con la Morte di s. Ranieri appartenente al ciclo con le Storie di s. Ranieri attribuite a Domenico Veneziano. Lo stesso anno scoprì e restaurò gli affreschi della navata centrale della chiesa parrocchiale di San Piero a Grado, presso Pisa, attribuiti a seguaci di Giunta Pisano, mentre al 1888 risale il restauro degli affreschi di B. Gozzoli a Monteoliveto.
L'attività di recupero di affreschi scialbati non fu un fenomeno isolato, ma si ripeté varie volte nel corso degli anni successivi: nel 1894 nella chiesa di S. Agostino a San Gimignano; nel 1895 nell'antica residenza del podestà a Casole d'Elsa; nel 1896 e nel 1897 nella chiesa delle Grazie a Colle Val d'Elsa, in concomitanza con l'impegnativa campagna di restauri condotta tra 1887 e 1894 nella collegiata di San Gimignano (affreschi in controfacciata di Taddeo di Bartolo e B. Gozzoli; affreschi di Barna da Siena nella navata; affreschi del Ghirlandaio nella cappella di S. Fina).
L'attività di restauro del F. risulta del resto strettamente legata alla capillare opera di catalogazione del patrimonio artistico che in quegli anni G. Carocci svolgeva come ispettore dei monumenti della Toscana.
"Poiché, le ricognizioni sul territorio avevano tra gli obiettivi principali quello dell'accertamento delle condizioni materiali delle opere... il Carocci fu quasi sempre accompagnato, nelle sue ispezioni, da un restauratore ... La collaborazione tra Carocci e Fiscali... ripropone quella, precedente di circa un decennio, di Cavalcaselle e Filippo Fiscali, padre di Domenico" (Di Cagno, 1991, p. 79). Tra 1898 e 1899 la provincia di Siena fu ispezionata a tappeto nella consapevolezza che l'assenza di catalogazione avrebbe condotto all'inevitabile abbandono delle opere al degrado, per cui Carocci si assunse l'onere del catalogo e il F. del restauro.
A partire dal 1901 il F. si spostò a Pisa dove restaurò la Madonna in trono e santi di B. Gozzoli nel palazzo dei Cappellani del duomo, gli affreschi con le Storie di Giuseppe di B. Gozzoli nella parete settentrionale del Camposanto e le decorazioni vasariane della facciata del palazzo dei Cavalieri (i restauri furono conclusi nel 1907). Nello stesso anno lavorò a Firenze sugli affreschi del Ghirlandaio nel coro di S. Maria Novella, dopo una lunga e vivace discussione - durata più di un anno - sulla reale necessità di tale intervento (a tale proposito si veda: Carocci, in Arte e storia, XXVI [1907], 1-2, p. 13). Nel 1909 il F. eseguì gli strappi (con la perdita delle sinopie) degli affreschi di Paolo Uccello nel chiostro verde di S. Maria Novella, raffiguranti il Diluvio universale, la Recessione delle acque, il Sacrificio di Noè e l'Ebbrezza di Noè, mentre dal 1910 al 1911 fu a Monterchi per il distacco della Madonna del Parto dì Piero della Francesca (sulla quale reintervenne nel 1917 a seguito del terremoto dell'anno prima).
Nel 1911 fu nuovamente a Firenze dove lavorò sugli affreschi staccati (nel 1876) di Andrea del Castagno nel refettorio del convento di S. Apollonia, e l'anno successivo intervenne sull'Utima cena del Ghirlandaio nel refettorio di Ognissanti e sul tabernacolo affrescato da B. Gozzoli nella cappella Catanti a Legoli, presso Pisa. A quell'epoca risalgono le prime osservazioni sullo stato di conservazione del ciclo pierfrancescano con la Leggenda della vera Croce nel coro di S. Francesco ad Arezzo, che restaurò dall'autunno 1915 all'agosto 1916, insieme con l'affresco con l'Annunciazione di Spinello Aretino nella stessa chiesa. Solennemente celebrato dalle autorità locali e da studiosi dell'epoca (fra gli altri, C. Ricci), il F. pubblicò una relazione sui lavori eseguiti (Relazione sulle riparazioni ai dipinti murali di Pier della Francesca nel coro di S. Francesco ad Arezzo, in Cronaca di belle arti, in Bollettino d'arte, Suppl., III [1916], pp. 11 ss.) e inoltre ricevette l'incarico di restaurare la Resurrezione nel Museo civico di Sansepolcro, danneggiato dal terremoto dell'aprile 1916: fu proprio l'intervento del F. con le sovrabbondanti colate di cemento liquido nelle fenditure a risultare il principale responsabile dei gravissimi fenomeni dì degrado sofferti dalle pareti del coro.
Il F. morì a Pisa il 6 apr. 1930.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Direzione generale antichità e belle arti del ministero della Pubblica Istruzione, II versamento (1891-1897), II serie, b. 108, E 1246; b. III, f. 1297; b. 306, ff. 3277 s. (ma vuoti), 3279; b. 319, f. 3379; b. 320, f. 3404; b. 321, ff. 3412, 3414; b. 489, ff. 5307, 534; b. 485, f. 5273; III versamento (1898-1907), II parte, b. 251, f. 499, subf. 15; b. 256, f. 509, subf. 35; b. 262, f. 523, subff. 22-23; b. 264, f. 525, subf. 6; b. 264, f. 526, subff. 14, 18; b. 265, f. 527, subf. 2; b. 266, f. 528, subf. 9; b. 273, f. 539, subff. 10-11; b. 273, f. 540, subf. 8, 13, 22; b. 277, f. 546, subf. 17; b. 291, f. 570, subff. 7, 9; b. 292, f. 571, subff. 2, 4; b. 311, f. 596, subf. 24; b. 312, f. 596, subf. 5; b. 312, f. 597, subff., 29, 31, 38; Firenze, Archivio delle Gallerie fiorentine, Fondo Arte, 1904, ins. 416; 1909, ins. 877; Almanacco italiano, 1931, p. 734; Cronaca, in Misc. stor. della Valdelsa, I (1894), pp. 78 s.; III (1895), pp. 79 s.; IV (1896), pp. 72 ss.; VI (1898) p. 80; G. Ciaranfi, Notizie, in Arte e storia, XX (1901), p. 143; P. D'Achiardi, I restauri agli affreschi di Benozzo Gozzoli nel Campo Santo di Pisa, in L'Arte, VI (1903), pp. 121 s.; Cronaca d'arte e di storia, in Arte e storia, XXIII (1904), p. 33; XXVI (1907), pp. 141, s., 185; R. Papini, Il deperimento delle pitture murali nel Campo Santo di Pisa, in Bollettino d'arte, III (1909), pp. 454-457; A. Bellini Pietri, Guida di Pisa, Pisa 1913, pp. 95, 99, 175, 181, 211; P. Bacci, Gli affreschi inediti di Benozzo Gozzoli a Legoli (Pisa), in Bollettino d'arte, VIII (194), p. 397 n. 1; II Mostra di affreschi staccati (catal.), a cura di U. Baldini - L. Berti, Firenze 1958, p. 30; E. Borsook, The mural painters of Tuscany from Cimabue to Andrea del Sarto, London 1960, pp. 138, 155; A. Padoa Rizzo, Benozzo Gozzoli pittore fiorentino, Firenze 1972, pp. 138, 145; A. Conti, Vicende e cultura del restauro, in Storia dell'arte italiana (Einaudi), X, Torino 1981, pp. 94 s.; Id., Storia del restauro e della conservazione delle opere d'arte, Milano 1988, ad Indicem; G. Centauro, Ricerca storica, in Un progetto per Piero della Francesca (catal.), Firenze 1989, pp. 14, 125-133; Id., Dipinti murali di Piero della Francesca, Milano 1990, pp. 213-239; A. Paolucci, Per una storia del restauro degli affreschi a Firenze: la stagione degli stacchi, in Le pitture murali, a cura di C. Danti - M. Matteini - A. Moles, Firenze 1990, p. 11; G. Di Cagno, Arte e storia. Guido Carocci e la tutela del patrimonio artistico in Toscana, Firenze 1991, pp. 79-82, 84, 87 s., 107, 110, 121; E. Battisti, Piero della Francesca, a cura di M. Dalai Emiliani, II, Milano 1992, p. 478; F. Borsi - S. Borsi, Paolo Uccello, Milano 1992, p. 323; R. Lightbown, Piero della Francesca, Milano 1992, p. 198; G. Centauro, La Madonna del parto: le vicende storiche e restauri precedenti, in Piero della Francesca. La Madonna del parto. Restauro e iconografia (catal.), Venezia 1993, pp. 41-56, 100.