MICHELETTI, Domenico Francesco Maria
– Figlio di Andrea e di Maria Mazetti, nacque a Bologna il 19 luglio 1663 nella parrocchia di S. Giacomo de’ Carbonesi.
I registri delle spese straordinarie sostenute nella festa di S. Petronio, patrono della città, forniscono le prime attestazioni di rilievo circa la sua attività di musicista: tra il settimo e l’ottavo decennio del Seicento lo si trova tra i cantori soprannumerari per l’esecuzione di vespri e messa, con una paga occasionale – pari a quella assegnata ai colleghi – di 3 lire bolognesi. A giudicare dalla posizione che il suo nome occupa nelle liste dei cantori, ordinate per registro vocale, pare attendibile che il M. cantasse dapprima come contralto; in una supplica inviata ai fabbriceri della basilica petroniana egli specificava però di essere «musico con voce di tenore» e offriva loro «ogni più attenta e puntuale servitù» senza veder tuttavia mai esaudita la propria preghiera di essere assunto come tenore (Gambassi, 1987). Un possibile stato presbiterale del M., lasciato intendere dall’appellativo ecclesiastico «don» del catalogo a stampa dell’Archivio dell’Accademia filarmonica di Bologna, non trova riscontro in altri documenti biografici o diocesani.
Secondo le memorie tramandate dal campioniere Olivo Penna il M., istruito non solo all’arte del canto, apprese il contrappunto alla scuola del frate minore Camillo Francesco Passarini nel convento bolognese di S. Francesco; in virtù di tali insegnamenti «riuscì eccellente mastro di cappella della chiesa della Maddalena di strà S. Donato, e d’altre chiese» (p. 213). Anche Giacomo Antonio Perti, nel dettare appunti autobiografici a padre Giambattista Martini, citò il M. tra i propri scolari «tutti di pianta» (Carteggio di principi), e alcuni studiosi dell’Età contemporanea includono il M. tra gli allievi di Giovanni Paolo Colonna (Oscar Mischiati, Marc Vanscheeuwijck, Carlo Vitali): la compresenza di tali maestri pare in ogni caso verosimile, soprattutto considerando l’equidistanza che distinse il M. nella collaborazione – in genere soggetta a esclusione reciproca – sia con Colonna sia con Perti. Penna dà altresì conto dell’attività didattica tenuta a sua volta dal M., e fra gli allievi segnala Giuseppe Cavana, celebre basso della cappella musicale della basilica di S. Petronio; dal M. questi «apprese con molta facilità e l’arte del canto musicale, ed il forte della musica che è il contrapunto» (p. 379).
Il 16 marzo 1684 il M. fu aggregato all’Accademia filarmonica di Bologna nella classe dei cantori, indi in quella dei compositori, dopo aver presentato come lavoro d’esame una Regina Coeli à 4 da capella conservata nell’Archivio di quell’istituzione (capsa I, n. 12). In seguito il suo nome non fu mai estratto a sorte per il conferimento del principato accademico, né gli fu mai assegnato – forse in ragione dell’ancor giovane età – alcun ruolo direttivo. Fin dal 1685 e quasi senza soluzione di continuità, nondimeno, i principi dell’Accademia richiesero al M. di comporre musiche per l’annuale festa nella basilica di S. Giovanni in Monte (un invito che lo poneva tra la dozzina degli autori eminenti nel contesto felsineo).
Il 3 luglio 1685 (principe Colonna) il M. presentò un Hymnus sancti Antonii; il 16 giugno 1687 (principe Perti) un secondo Hymnus sancti Antonii e un Credo che si affiancò alla celebre Messa à 12 (Kyrie e Gloria) di Perti stesso; il 7 luglio 1688 un mottetto per l’offertorio; il 7 luglio 1689 un Magnificat; il 4 luglio 1690 un mottetto per l’elevazione e un Beatus vir; il 6 luglio 1691 (principe Colonna) un secondo Magnificat; il 10 luglio 1692 un Dixit Dominus; il 7 luglio 1693 (principe Perti) un terzo Magnificat. Le partiture di tali lavori sono tutte perdute. Secondo la cronologia dell’Accademia, la festa del 15 giugno 1695 comprese inoltre l’esecuzione postuma di un Laudate pueri: il venir meno alla regola di presentare solo musiche nuove di aggregati viventi avrebbe potuto valere un alto significato onorifico alla memoria del Micheletti.
Due composizioni per soprano e basso continuo del M. sono tramandate nel lussuoso manoscritto Mus.C.312 della Biblioteca Estense universitaria di Modena, donato da Colonna al duca Francesco II d’Este nel 1689 e ornato con disegni a penna su pergamena nei quali Carlo Buffagnotti riproduce artisticamente i testi musicali ivi contenuti. Accanto a una giga di Giuseppe Torelli e ad altre pagine vocali di Colonna, Domenico Gabrielli e Bartolomeo Monari, le cantate Augelletti, gareggiate e Speranze lusinghiere illustrano da una parte l’abilità del M. nello spiegare la melodia a imitazione del canto degli uccelli, con notevole varietà di figurazioni ritmiche, dall’altra quella di ricalcare il semplice patetismo del cantabile come lo si ritrova nello stile di Perti. Non risulta che il M. abbia mai composto drammi od oratori per musica.
Ammalatosi nel palazzo della nobile famiglia Dolfi, il M. morì a Bologna il 29 ag. 1693 e fu sepolto l’indomani nella chiesa della parrocchia d’origine.
Fonti e Bibl.: Bologna, Archivio generale arcivescovile, Registri battesimali della cattedrale, a. 1663, t. 116, c. 158v; Parrocchie di Bologna soppresse, 15/3, vol. II: Libro de morti 1658-1700, c. 42r; Ibid., Biblioteca internazionale e Museo della musica, K.44.1: Carteggio di principi, e d’altri ragguardevoli personaggi tenuto col Perti [G.B. Martini], Scolari del sig. Perti, c. 91.2v; O. Penna, Cronologia, o sia Istoria generale di questa Accademia …, I, Bologna 1736, pp. 53, 55, 98, 106, 110, 180, 196, 198, 213, 235, 379; A. Bonora - E. Giani, Catalogo delle opere musicali teoriche e pratiche di autori vissuti sino ai primi decenni del secolo XIX… Città di Bologna: Biblioteca della R. Accademia filarmonica, Biblioteca privata Ambrosini, Archivio e Museo della basilica di S. Petronio, Parma 1939, p. 32; M. Lucchi, Centri creativi e manifestazioni musicali dal tardo Rinascimento alla fine del secolo XVIII, in Vita musicale in Emilia Romagna, Milano 1985, p. 66; O. Gambassi, La cappella musicale di S. Petronio. Maestri, organisti, cantori e strumentisti dal 1436 al 1920, Firenze 1987, p. 484; L. Callegari Hill, L’Accademia filarmonica di Bologna, 1666-1800: statuti, indici degli aggregati e catalogo degli esperimenti d’esame nell’archivio…, Bologna 1991, pp. 95, 190, 247, 265, 295, 321, 333; O. Gambassi, L’Accademia filarmonica di Bologna. Fondazione, statuti e aggregazioni, Firenze 1992, pp. 284-286, 300, 445; M. Vanscheeuwijck, The cappella musicale of S. Petronio in Bologna under Giovanni Paolo Colonna (1674-95), Bruxelles-Roma 2003, pp. 154, 258, 262; M. Vannelli, La «Messa à 12» (1687) di G.A. Perti: alcune considerazioni all’indomani della prima ripresa moderna, in Rassegna storica crevalcorese, 2006, n. 4, p. 66; F. Lora, G.A. Perti: il lascito di un perfezionista. Aspetti della personalità per una nuova ipotesi sull’entità numerica e qualitativa delle opere, in Un anno per tre filarmonici di rango: Perti, Martini e Mozart, a cura di P. Mioli, Bologna 2008, p. 57.
F. Lora