GIURIATI, Domenico
Patriota e giurista, nato in Venezia l'11 novembre 1829, morto ivi l'8 marzo 1904. Difensore di Venezia nel 1849, perseguitato dall'Austria, si volse poi allo studio e alla pratica del diritto. In lui l'acutezza del giurista e l'arte dell'avvocato si associarono a una vivace cultura letteraria e storica e a una brillante maniera di scrivere. Due fra le sue opere maggiori e più note, Come si fa l'avvocato, Gli errori giudiziari, stanno anche a documentare che molte delle riforme propugnate dal G. trovarono poi nella legislazione successiva, particolarmente nella legislazione penale del 1930, la loro attuazione.
Opere: Commento teorico-pratico al Codice di procedura criminale degli Stati Sardi con le leggi posteriori e le sentenze di Cassazione, Novi-Torino 1853; Commento teorico-pratico al Codice di procedura penale del Regno d'Italia, Milano 1866; Duecento lettere inedite di Giuseppe Mazzini con proemio e note di D. G., Torino-Napoli 1877; Arte forense, Torino 1878; Peccati vecchi, Venezia 1879; Le voci del diritto civile italiano spiegate in ordine alfabetico (in collaborazione con G. Pincherle), Torino 1882; Memorie di un vecchio avvocato, Milano 1888 (2ª ed.); Sul Confine, narrazione giudiziaria, Venezia 1892; Gli errori giudiziari, Milano 1893 (2ª ristampa Bologna 1932, con pref. e aggiunte di M. Finzi); Il caso Amerliry, Milano 1896; Memorie di un vecchio avvocato (serie 2ª) Memorie d'emigrazione, Milano 1897; Come si fa l'avvocato, Livorno 1897 (2ª ristampa Livorno 1931, con pref. del figlio Giovanni); Il plagio, Milano 1903. Da ricordare numerosi articoli compilati pel Digesto italiano.